Ep. 12

L’eredità di Victorovic, grande amico dell’Africa

Ci sono cose che sopravvivono al proprio creatore, magari assumendo forme nuove, diverse, reinventandosi. Ci sono cose che sopravvivono persino alla damnatio memoriae.

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La nostra serie sulle attività della Russia nel continente africano.

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La Wagner PMC, l’impero della sicurezza privata russa che dopo la morte del suo capo e fondatore doveva essere assorbita dal Ministero della Difesa russo, è sopravvissuta. Si è scorporata in diversi pezzi che vanno in diverse direzioni, come le schegge di una granata che è esplosa e che ora rischiano di colpire indiscriminatamente amici e nemici.

 

Venerdì 23 giugno 2023 partiva la “Marcia della giustizia”. Quella sera, su Telegram, ha cominciato a circolare un video in cui il fondatore e capo della Wagner PMC Evgeny Prigozhin accusava l’esercito russo di avere attaccato alcuni suoi uomini a Bakhmut, in Ucraina e di averne uccisi oltre 2.000 dall’inizio del conflitto. Prigozhin, in tenuta mimetica ed elmetto, incitava i suoi a una “marcia”, annunciando di essere entrato in territorio russo, a Rostov sul Don. Dopo avere preso il pieno controllo sulla città, una lunga colonna di mezzi militari e un numero imprecisato di uomini armati (Wagner all’epoca arruolava tra i 5000 e i 25000 mercenari) ha imboccato l’autostrada M-4, dirigendosi verso Mosca: secondo diverse ricostruzioni, il convoglio era guidato dal socio di Prigozhin, Dmitry Utkin. A 200 chilometri da Mosca la colonna si è fermata, dopo più di 600 chilometri in avanzamento in meno di 24 ore: a quel punto lo stesso Prigozhin ha annunciato, in un altro video, la fine dell’ammutinamento.

 

La fine di Wagner è arrivata poi nel giro di un paio mesi. O almeno, la fine del Wagner che conosciamo: il 23 agosto 2023 l’aereo privato con a bordo tutta la dirigenza Wagner, Prigozhin e Utkin compresi, cadeva a Kuzekino, regione di Tver, in Russia. La salma di Prigozhin è stata tumulata nel cimitero di Porokhovskoye, a San Pietroburgo. La sua eredità era ancora tutta lì.

 

Dopo l’ammutinamento i mercenari di Wagner hanno intrapreso diverse strade e dopo la morte di Prigozhin molte di queste strade si sono separate per sempre. Ma molte altre no: nel suo discorso di emergenza alla nazione, nelle ore concitate della Marcia della giustizia, Vladimir Putin stesso disse che i mercenari e i comandanti della Wagner che si sarebbero arresi avrebbero potuto ripiegare in Bielorussia, ma ha menzionato anche la Siria e l’Africa come destinazioni possibili per gli ammutinati. Tutte località dove Wagner era, ed è ancora, già presente. Non solo militarmente ma anche economicamente.

A Lobaye, a ovest di Bangui, in Repubblica Centrafricana (RCA), ha sede la società Lobaye Investment, che si occupa di estrazione mineraria, in particolare di oro e diamanti. Lobaye è stata fondata tramite il gruppo M-Invest da Dimitry Syty, attualmente a capo di Casa Russia a Bangui e sopravvissuto al suo padrone, Prigozhin: nel 2024, Syty è diventato il numero uno della piramide del potere russo in Repubblica Centrafricana. Lobaye è una controllata di M-Finance, altra società fondata da Prigozhin, ed è solo una società della sconfinata galassia societaria di Prigozhin e del gruppo Wagner, una galassia che rappresenta un’eredità che può garantire potere (tanto) e denaro (tantissimo) a chi riuscirà a metterci le mani. Oltre a Lobaye, in RCA opera Diamville (ne abbiamo scritto qui), M-Finance ed M-Invest, Limited Liability Company, Bois Rouge e altre piccole e medie imprese che operano nei settori dell’estrazione mineraria, della produzione di legname pregiato, della logistica, della consulenza strategica. Wagner è anche riuscita ad ottenere contratti ed appalti pubblici importanti: per l’addestramento dell’esercito, della gendarmeria e della polizia, per la sicurezza personale di diversi esponenti politici, a partire dal presidente della Repubblica, per lavori di consulenza in materia di sicurezza, come consulenti diplomatici. Ma non solo: società legate al gruppo Wagner controllano oggi la grande distribuzione organizzata, la produzione locale di birra e di vodka.

 

A Bangui e dintorni, sintonizzandosi su 98.9 FM, si può ascoltare Radio Lengo Songo, tra le cinque stazioni più ascoltate nella capitale del Centrafrica. Finanziata da Lobaye Invest, è la voce, ma soprattutto il punto di vista, dei Wagner nel Paese.

Afrique Media TV (quasi 690.000 iscritti al canale YouTube, 360.000 like su Facebook), una tv online del Camerun con un grosso seguito già collegata a contenuti pro-Russia. Ne abbiamo parlato qui.

La libera repubblica africana di Wagner

I migliaia di mercenari Wagner orfani del loro padre si sono divisi in almeno quattro gruppi. Uno dei quattro gruppi è allineato con la Guardia nazionale russa (civili che periodicamente svolgono un servizio di addestramento e che è possibile mobilitare in poche ore): trasferiti in Ucraina, sono morti in molti. Altri due gruppi operano sotto il controllo del ministero della Difesa e dei servizi segreti, il GRU in particolare, come piccole organizzazioni sotto l’ombrello di Redut PMC. Il quarto gruppo ha subito un’operazione di rebrand ed ora è noto come Africa Corps. Ma non è tutto.

 

Tra il 15 e il 18 giugno 2024 un aereo di Abakan Air, un Il-76 per trasporto militare, ha effettuato 11 voli tra Bamako, in Mali, Gao, nel nord del Mali, e Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. A bordo c’erano gli Orsi, l’81esima brigata russa di volontari Spetsnaz, denominata Bears, trasferiti in Burkina Faso come parte del contingente russo Africa Corps. Spesso identificati come una compagnia militare privata, parte dell’azienda di sicurezza Redut, in realtà sono una struttura semi-formale del ministero della Difesa russo, controllata completamente dal GRU, i servizi segreti delle Forze armate russe. La Redut, a sua volta, è un’organizzazione ombrello comprendente circa 20 compagnie private più piccole, tutte sotto il controllo della Difesa di Mosca: dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il GRU ha creato un’intera rete di formazioni mercenarie a immagine e somiglianza della Wagner PMC, che sono state poi unite sotto il marchio Redut PMC. Già in passato, durante la guerra in Siria, i Bears erano stati utilizzati, nel 2014 e nel 2023, per armare i mercenari del gruppo Wagner e facilitare loro la logistica: la loro condizione di “semi-formalità” concede una certa autonomia di movimento, sfruttata per avere vantaggi in termini di reclutamento, flessibilità e capacità di attingere risorse da fonti esterne allo stesso ministero della Difesa russo. Questa brigata è stata già protagonista nell’assedio di Bakhmut, in Ucraina, oltre che del reclutamento di volontari mandati a combattere sul fronte ucraino.

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Questa grafica è stata elaborata da AllEyesOnWagner, che l’ha realizzata e ci ha concesso di utilizzarla. È l’elaborazione della galassia di gruppi di società paramilitari russe, pubbliche e private, aggiornata a giugno 2024.

Nei gruppi Telegram legati a Wagner e al ministero della Difesa russo proliferano gli annunci di lavoro: “Vai in Africa, dove c’è caldo e paghiamo bene, un’avventura che ricorderai per tutta la vita” recitano alcuni slogan negli annunci. Da febbraio 2024 è stata avviata una campagna di reclutamento massiccia di personale da inviare in Africa, una campagna che si è rafforzata dopo le elezioni presidenziali 2024 in Russia.

 

Forze speciali di Orsi, Lupi, Tigri, formazioni cosacche di Listan e Skif, unità di volontari, brigate armate religiose come la San Giorgio, distaccamenti Troy e formazioni di Veterani, il panorama delle società private mercenarie russe è esploso dopo la morte di Prigozhin ma, in questo caos, l’ordine del Cremlino è molto preciso: smantellare Wagner, assorbirla nel governo, utilizzarla per mettere le mani sugli interessi economici e sulla capacità di influenza del gruppo all’estero.

 

Dopo la ribellione, e dopo la morte di Prigozhin era chiaro che il ministero della Difesa voleva farsi carico della maggior parte dei progetti africani della Wagner: da settembre a dicembre 2023, il vice ministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov, che il giorno dell’ammutinamento ha negoziato con Prigozhin a Rostov sul Don, ha effettuato diversi viaggi in Siria e in almeno una decina di Paesi africani con l’obiettivo di “stabilire un nuovo formato di interazione con i Paesi africani, dove in precedenza il sostegno politico-militare veniva fornito attraverso compagnie militari private”. Dopo di lui è stato il turno del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che è stato in Guinea (guidato da una giunta militare), Burkina Faso (giunta militare), Repubblica del Congo (dittatura) e Ciad (giunta militare a seguito di elezioni). Prima di Lavrov, Yevkurov ha lavorato attivamente con i leader di Mali, Niger e Burkina Faso, e il risultato del suo lavoro è stato che questi tre stati hanno annunciato la creazione di un’alleanza militare, l’Alleanza degli Stati del Sahel. Nel frattempo, negli uffici di Mosca, nasceva l’Africa Corps, sempre su iniziativa di Yevkurov, e iniziavano a comparire gli annunci di reclutamento, l’inizio della cooperazione con la nuova alleanza militare afro-russa.

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Il monumento ai Wagner a Bangui. Repubblica Centrafricana.

Ma il tema Wagner resta aperto. I migliaia di mercenari dispersi nei vari scenari africani e mediorientali, molti dei quali ancora oggi fedelissimi a Prigozhin e Utkin tanto da celebrarne la memoria ogni volta possibile (compleanni, ricorrenze, etc), non sempre si sono piegati a Mosca: in Repubblica Centrafricana, ad esempio, Wagner ha potuto mantenere intatta la propria struttura, troppo grande e troppo complessa per essere smantellata o assorbita interamente. Troppo dentro nel tessuto economico, securitario e sociale centrafricano. Too big too fail.

 

Il padre di questa libera repubblica dei Wagner in terra africana è Pavel Prigozhin, che ha meno di 30 anni ed è l’unico figlio maschio del fondatore, il vero erede dell’impero Wagner: nei mesi dopo la morte del padre, Pavel ha rilanciato i suoi progetti africani più remunerativi e l’impero africano dei Prigozhin ha ripreso a marciare. E macinare successi e denaro: a maggio, i Wagner hanno annunciato di aver mediato un accordo governativo tra Ciad e Repubblica Centrafricana per la riapertura di alcune aree di confine, chiuse da un decennio. I Wagner collaborano con il governo centrafricano per attività giudiziarie, detentive e di polizia ma anche nella smobilitazione delle milizie armate ribelli. Una smobilitazione per cui sarebbe previsto il reinserimento in società, in una società in cui tuttavia non c’è lavoro e non c’è futuro: molti ex-miliziani ribelli centrafricani vengono quindi arruolati dagli stessi Wagner e alcuni di loro inviati in altri teatri bellici, come il Mali.

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Prigozhin a Bangui, Repubblica Centrafricana. Giugno 2023.

L'Africa russa

Ma ci sono anche altri luoghi nei quali i Wagner si sono dovuti riorganizzare. In Niger, la Russia ha approfittato del golpe militare per proporsi come nuovo partner antiterrorismo, scalzando il ruolo che da decenni era di Francia e Stati Uniti. A maggio 2024 la giunta militare ha autorizzato il personale militare russo dell’Africa Corps ad entrare nella 101esima Base aerea nigerina alla periferia di Niamey, capitale del Paese, che ospita truppe tedesche, italiane e soprattutto statunitensi. Una situazione simile c’è in Ciad, visitato da Lavrov subito dopo le elezioni di maggio 2024, dove gli ex-Wagner oggi operano sotto le mostrine di Africa Corps. In tutti questi Paesi, nel giro di nemmeno un anno, sia la Francia che gli Stati Uniti hanno annunciato, e in parte già concluso, il ritiro massiccio dei propri contingenti.

 

Gli ex combattenti Wagner rimangono attivi anche in Mali, Libia e Sudan, dove hanno contratti con enti pubblici e compagnie private per garantire la sicurezza.

Da dove, nel frattempo, fanno gruppo nelle community su Telegram. Il panorama di gruppi di mercenari di questo social network è vastissimo: si passa dalle pagine di informazione a quelle più goliardiche fino ai gruppi di discussione politica, tutti luoghi con un minimo comun denominatore, il culto della memoria dei caduti sul campo, del capo Dimitry Utkin e soprattutto di Evgeny Prigozhin.

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