La Wagner in Africa dopo Prigozhin

Cosa succederà agli uomini, e agli interessi economici, del gruppo Wagner in Africa?

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L’abbattimento del volo su cui viaggiava il capo e fondatore della compagnia russa di sicurezza privata Wagner, il 23 agosto 2023, porterà a una sostanziale revisione dell’impegno russo in Africa, con l’ingresso del Ministero della Difesa in quei contesti dove oggi sono i Wagner a dominare. Militarmente ed economicamente. Durante il suo ultimo viaggio all’estero, proprio in Africa e pochi giorni prima della sua morte, Yevgeny Prigozhin ha pubblicato anche il suo ultimo video, il primo dopo l’ammutinamento del gruppo Wagner di fine giugno: nel video, tra le sabbie del Sahel in un Paese non specificato, Prigozhin dice che i suoi uomini “stanno lavorando”.

 

In quel viaggio il defunto capo della Wagner ha fatto tappa, secondo i tracker dei voli, in Repubblica Centrafricana, informazione confermata anche dal gruppo di ricerca All Eyes On Wagner, che specifica che a Bangui Prigozhin ha incontrato il capo dello staff della Wagner, il direttore del centro culturale russo Dimitry Syty.

 

Da Bangui l’aereo di Prigozhin è poi volato a Bamako, capitale del Mali, Paese nel quale sarebbe stato poi prodotto e diffuso il video.

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Russiafrique

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Rinascimento africano

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Nelle ore precedenti l’abbattimento dell’aereo con a bordo i leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin e Dimitri Utkin, il Ministero della Difesa russo ha iniziato a reclutare uomini in Africa attraverso le sue agenzie specializzate, Convoi e Redut. Lo ha rivelato il portale iStories Media, in lingua russa e inglese, citando diversi annunci pubblicati sui canali Telegram di queste agenzie.

 

Il 21 agosto, sul canale Telegram di Convoi, è apparso un messaggio sul reclutamento in Africa di dronisti per controllare i droni d’attacco Orion e Sirius. In precedenza il capo di Convoi, Konstantin Pikalov (ex-supervisore Wagner in diversi contesti africani) aveva detto ad iStories che “la Russia sta preparando un secondo fronte per privare l’Occidente delle risorse” specificando che “daremo ai soldati africani nuove armi e insegneremo loro come usarle” e dicendo che Convoi opererà “in alcuni paesi africani” senza tuttavia precisare quali. Convoi è attiva anche in Crimea e Ucraina.

 

Convoi è un’agenzia di sicurezza parte del Ministero della Difesa russo e ha ricevuto anche finanziamenti esterni da oligarchi vicini al Cremlino e dalla Banca VTB russa. Ma non è l’unica realtà che cerca di dare una spallata ai Wagner: Redut, società di sicurezza privata associata all’oligarca russo (e anche cittadino finlandese) Gennady Timchenko, legato al gruppo Gazprom, ha diffuso sui suoi canali Telegram diversi messaggi tipo “Wagner è il passato. Se sei interessato a un lavoro in Africa, il ministero della Difesa e Redut sono la tua scelta”. Questi messaggi sono stati pubblicati per la prima volta meno di due mesi fa, pochi giorni dopo l’ammutinamento del gruppo Wagner (il 23 giugno 2023) che ha innescato al crisi tra i mercenari e il Cremlino.

 

Secondo il canale Telegram VcHK-OGPU, Andrei Averyanov, capo del gruppo d’elite dei servizi segreti russi e vice capo del servizio di intelligence militare GNU, da tempo sta sviluppando un piano per sostituire completamente i Wagner con un corpo dell’esercito russo, 20.000 uomini dispiegati nei vari contesti africani. Un tentativo osteggiato da Prigozhin e che sarebbe una delle ragioni dell’ammutinamento di due mesi fa. Nelle ore precedenti la morte di Prigozhin, poche ore dopo che diffondesse un video di se stesso tra le sabbie del Sahel, il 22 agosto, il viceministro della Difesa russo Yunus-Bek Yevkurov è atterrato a Bengasi, in Libia, su invito di Khalifa Haftar, un fatto che sui canali Telegram vicino a Wagner è stato stigmatizzato così: “Vanno in Libia per allontanarci”.

 

Lo stesso Vladimir Putin, intervenendo in remoto al vertice BRICS di Johannesburg qualche ora prima dell’abbattimento dell’aereo, aveva detto che il prossimo vertice si sarebbe tenuto in Russia e che il tema centrale sarebbe stato “la sicurezza”, con un occhio di riguardo proprio al continente africano. Un approccio sulla falsariga di quello del vertice Russia-Africa di San Pietroburgo, tenutosi a fine luglio 2023 e nel quale sono apparsi sia Prigozhin che Viktor Bout, il più grande trafficante di armi del mondo, tornato in Russia grazie a uno scambio prigionieri con gli Stati Uniti avvenuto a dicembre 2022.

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Gli effetti a breve termine

Tra le personalità di spicco del gruppo Wagner a bordo dell’aereo abbattuto vicino Mosca c’era anche Alexander Totmin detto “Tot”, che è stato a capo delle operazioni della Wagner in Sudan.

 

La lista passeggeri è stata diffusa dal canale Telegram Baza.

 

Totmin, che in Sudan ha anche combattuto sul campo, è considerato dal sito web ucraino Myrotvorets come “una delle guardie del corpo personali di Prigozhin”, oltre che responsabile delle operazioni del gruppo in Sudan. Proprio il Sudan è uno degli scenari più critici per il futuro del gruppo: secondo Cameron Hudson, senior associate del Center For Strategic and International Studies americano, la morte di Yevgeny Prigozhin, l’ex-capo della Wagner, avrà un impatto importante sul conflitto civile in corso in Sudan.

 

Il gruppo Wagner rifornisce di armi le Forze di Supporto Rapido (RSF) tramite il confine con la Repubblica Centrafricana, dove i Wagner hanno il loro quartier generale africano. Le RSF sono le milizie nate dai ribelli Janjaweed, integrate nell’esercito sudanese e addestrate dai Carabinieri nell’ambito della cooperazione militare Italia-Sudan, guidate da Hemedti, oggi in conflitto con l’esercito di al-Burhan. Hudson, in un tweet, definisce le forniture alle RSF “essenziali” per la milizia, che ora potrebbe vedersi interrotto il principale canale di approvvigionamento.

 

In Mali il gruppo Wagner ha ufficialmente il ruolo di istruttore delle Forze Armate locali, partner principale della giunta militare al potere, che oggi ha un problema enorme: continuare la lotta al terrorismo islamista, con i gruppi jihadisti che controllano una porzione tra il 70 4 l’80% del territorio maliano. L’arrivo dei Wagner, va detto, non ha migliorato la lotta al terrorismo, ma il fatto che oggi questi mercenari siano senza un capo (e senza uno stipendio garantito) rende la situazione decisamente mutevole. Nel 2021 la giunta militare al potere ha invitato Wagner in Mali per fornire supporto in materia di sicurezza e presto il gruppo mercenario russo sarà l’unica forza esterna a fornire supporto militare: il governo di Bamako infatti ha intimato ai 12.000 peacekeeper delle Nazioni Unite di andarsene e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite non ha rinnovato la missione multinazionale nel Paese: i caschi blu, ora, sono in procinto di ritirarsi.

 

Si ritiene che ci siano circa 1.000 soldati Wagner in Mali, meno di un decimo delle dimensioni della forza ONU che stanno di fatto sostituendo.

Che fine faranno i "musicisti"?

Il gruppo Wagner non è un’entità astratta: si tratta di uomini che combattono sul campo, è formato da persone che accettano di fare la guerra per denaro, mercenari che, come tali, sono pronti a tornare sul mercato e lavorare per un nuovo offerente.

 

Sicuramente il carisma di Prigozhin era molto influente tra le sue truppe e, vista la capacità militare del gruppo e la marcia su Mosca, il leader e fondatore aveva un’ascendenza forte tra loro. Sarà interessante ora capire cosa decideranno di fare questi “professionisti della guerra” dall’esperienza chilometrica nel curriculum.

 

Un altro capitolo riguarda invece gli assett economici del gruppo Wagner in Africa: per finanziarsi, Wagner si fa ben pagare i suoi servigi dai governi africani, ma estrae anche oro e diamanti in Repubblica Centrafricana e Mali, garantisce l’accesso alle miniere centrafricane alle società cinesi, produce vodka e birra, commercia in legname pregiato, vende armi e carburante alle milizie sudanesi. Un tesoro che interessa molto la Russia, isolata e impoverita per via delle sanzioni economiche.

 

Wagner ha un comando decentralizzato nel continente, dove fornisce sicurezza ad alcuni leader africani (come il presidente della Repubblica Centrafricana Faustin Archange Touadera) in cambio dell’accesso ai minerali e altre concessioni economiche e militari strategiche. Il gruppo, come abbiamo raccontato qui, è stato anche determinante nel diffondere l’influenza russa attraverso campagne mediatiche che screditano principalmente l’Occidente.

 

Pensare che la morte di Prigozhin sia la fine di Wagner in Africa, e che questo possa complicare le mire espansionistiche russe sul continente, è tuttavia un errore: vendita di armi, partnership tra media, comunicazione e propaganda, sfruttamento delle risorse naturali, industria pesante, sicurezza e il peso della Chiesa ortodossa russa (in contesti come, ad esempio, Etiopia ed Eritrea, ma anche in Egitto) sono i principali settori “driver” dell’influenza russa nei paesi africani dove la Russia è presente con i Wagner. E anche dove non è presente: il Niger, il Burkina Faso, la Costa d’Avorio, lo Zimbabwe e perfino il Madagascar, tutti Paesi dove Wagner ufficialmente non è presente, sono contesti che potrebbero essere presi di mira da una presenza più attenuata e meno visibile di questi mercenari rispetto ad altri paesi, dove la milizia è ufficialmente e militarmente schierata (Sudan, Mali, Centrafrica, Libia).

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Cos'è il gruppo Wagner?

Creata nel 2014 da Prigozhin, allora uomo di fiducia e vicino al presidente Vladimir Putin, Wagner PMC è una società di sicurezza privata che conta oggi più di 50.000 dipendenti ed è presente in diversi continenti, particolarmente forte in Africa.

 

Considerato un’organizzazione terroristica da quattro paesi, ovvero Ucraina, Lituania, Estonia e Francia, il gruppo Wagner continua a prosperare e a sviluppare attività economiche e finanziarie nel continente africano, dopo essersi distinto in Siria in operazioni al fianco delle truppe russe e siriane. Wagner PMC non si limita alla sicurezza e le società collegate sono relativamente attive nello sfruttamento delle risorse naturali, con accesso alle miniere di oro e diamanti in diversi stati africani e al disboscamento in Repubblica Centrafricana.

 

Il 23 giugno 2023 Wagner ha accusato apertamente il Ministro della Difesa russo Sergej Shoigu di aver autorizzato un attacco missilistico su una base Wagner in territorio ucraino, un fatto che ha scatenato un vero e proprio ammutinamento e quello che i media di tutto il mondo definiscono “tentativo di colpo di Stato” da parte di Prigozhin e dei suoi uomini: un convoglio militare con migliaia di mezzi corazzati e pesanti comandato dal vice di Prigozhin, Dimitri Utkin (anch’egli morto) ha iniziato a marciare su Mosca, fermandosi a 400 chilometri dalla capitale russa. Dopo qualche ora di negoziato i Wagner decidono di fermarsi e ritirarsi in Bielorussia grazie alla mediazione del presidente bielorusso Lukashenko. Gli armamenti pesanti sono stati rimossi.

 

Il 27 luglio successivo Prigozhin è comparso al vertice Russia-Africa di San Pietroburgo: un hotel di sua proprietà ospitava le delegazioni africane provenienti dal Centrafrica e dal Mali e, il 21 agosto, è apparso in un video girato nel Sahel. Sempre il 21 agosto un aereo privato di sua proprietà è partito da Bamako, Mali, per Mosca, dove si è trattenuto un paio di giorni. Il 23 agosto quello stesso aereo, partito da Mosca e diretto a San Pietroburgo, è caduto con a bordo Prigozhin.

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