Ep. 3

Cannabis, lo sviluppo passa da qui

In Africa, la cannabis fu introdotta all’inizio del XVI secolo dall’Asia meridionale e, da allora, la sua cultura si è diffusa in tutte le sottoregioni.

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La legalizzazione della cannabis sta prendendo piede in tutto il mondo da quasi un decennio, dopo un lungo periodo di politiche restrittive e proibizionismo, con l’Africa che, forse inaspettatamente, ha il potenziale per diventare una delle aree strategiche per la fornitura globale dei prodotti a base di cannabis.

 

Una cultura, quella della cannabis, che, dopo la pandemia ha guadagnato terreno come mai nella storia, una vera e propria stagione delle legalizzazioni in tutto il mondo, dal nord-america all’Africa passando per l’Europa.

Un rapporto pubblicato a gennaio da Ecofin Pro intitolato “L’Africa può posizionarsi in un mercato globale della cannabis” afferma che la cannabis è la sostanza più consumata al mondo: di questa pianta vengono utilizzate diverse parti, soprattutto il fiore e le foglie. Al terzo posto si trova la resina di cannabis, un derivato dalle secrezioni concentrate della pianta: l’hashish. 

 

In Africa, la cannabis fu introdotta all’inizio del XVI secolo dall’Asia meridionale e, da allora, la sua cultura si è diffusa in tutte le sottoregioni. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), almeno 43 paesi africani hanno prodotto cannabis nel 2005 e, nel complesso, il continente è il principale fornitore mondiale di cannabis. Secondo la newsletter della società di consulenza britannica Prohibition Partners, l’Africa produce in media 38.000 tonnellate di cannabis all’anno.

 

In termini di distribuzione dell’offerta, domina il Marocco, con la maggior parte del raccolto trasformato in resina di cannabis: il Marocco è il più grande produttore di resina al mondo davanti ad Afghanistan, Libano, India e Pakistan.

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Oltre al Marocco, anche l’Egitto è una roccaforte della cultura della cannabis in Africa settentrionale, mentre in Africa meridionale Sudafrica, Lesotho, Zimbabwe, Swaziland e Zambia. In Africa occidentale Nigeria, Ghana e Senegal sono i leader dell’offerta. Sul versante dell’Africa orientale, l’UNODC segnala una coltivazione di cannabis su larga scala in Kenya, così come una coltivazione su scala più piccola in paesi come il Malawi e la Tanzania.

 

Nel 2021, sempre l’UNODC stimava che il continente avesse 53,6 milioni di consumatori di cannabis su 1,4 miliardi di persone, la terza area di consumo dietro le Americhe e l’Asia. Andando oltre produzione e consumo, la cannabis presenta enormi opportunità economiche per il continente africano, per il settore farmaceutico ma non solo, con prospettive di mercato molto favorevoli: secondo Arcview Market Research e BDS Analytics, nel 2020 le vendite nel mercato legale della cannabis sono aumentate del 46% rispetto al 2019, raggiungendo 14,8 miliardi di dollari. La previsione ipotizza una crescita a circa 47 miliardi di dollari entro il 2025.

 

Le aziende prevedono un boom del mercato nei prossimi anni: nel 2019 Statista stimava che il mercato legale della cannabis dovrebbe salire a 63 miliardi di dollari nel 2024, mentre Barclays prevede un valore di 272 miliardi di dollari nel 2028. Il protagonista di queste prospettive di mercato è il segmento della cannabis medica, che rappresenta il ramo più dinamico del settore. Anche perché, c’è ancora molta refrattarietà anche solo a discutere di cannabis ricreativa.

All’alba del 2024, in Africa come in Italia, la maggior parte delle legalizzazioni nazionali sono ancora caratterizzate dalla loro severità e dal contrasto alla cannabis ricreativa, ma possiamo percepire una certa evoluzione con più di dieci paesi del continente  che hanno adottato rapidamente politiche proattive per sfruttare le opportunità del mercato: tra questi vi sono Lesotho, Marocco, Zimbabwe, Sudafrica e Rwanda. In Africa, il mercato legale e illegale della cannabis era stimato nel 2018, da New Frontier Data, in 37,3 miliardi di dollari, rappresentante appena l’11% della torta globale, stimata in 344 miliardi di dollari. Tuttavia il settore è in pieno sviluppo, nonostante le incertezze. In Marocco, ad esempio, il governo stima che gli operatori potrebbero ricevere il 12% del fatturato totale dell’industria della cannabis legale rispetto al 4% del circuito illegale ed è stata creata, per la prima volta nella storia, una Zona economica speciale per la lavorazione della cannabis nella regione del Rif.

 

A Marrakech, a novembre 2023 all’Africa Investment Forum, Slow News ha parlato con Mia Lahlou-Filai, amministratrice delegata di Pharma 5, azienda leader in Marocco nella produzione di farmaci generici. Pharma 5, azienda 100% made in Marocco. Produce un’ampia gamma di prodotti, tutti sviluppati internamente: è la sesta azienda farmaceutica africana per fatturato, tre fabbriche in Marocco e una in costruzione in Costa d’Avorio, e non solo. “La nostra azienda ha integrato circa il 70% della catena del valore perché non solo produciamo, non solo distribuiamo, non solo controlliamo i nostri prodotti, ma li sviluppiamo. Il che significa che possediamo la formula perché creiamo la formula, non la acquistiamo. Questo ci permette di addentrarci in altri settori” dice Lahlou-Filai parlandoci delle attività di ricerca nel campo della medicina tradizionale. “E, naturalmente, la prima area in cui siamo coinvolti è l’industria della cannabis”.

 

Con le nuove normative marocchine in materia di cannabis e l’apertura alla ricerca, alla produzione e alla sperimentazione Pharma 5 “ha l’opportunità di avere una catena del valore completamente integrata. Parliamo di una pianta tradizionale usata per secoli per risolvere molti problemi di salute: per questo ci stiamo lavorando” ci ha spiegato l’imprenditrice marocchina.

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Mia Lahlou-Filai all'Africa Investment Forum di Marrakech, Marocco. 9 novembre 2023. Foto di Andrea Spinelli Barrile

La crescita del mercato globale della cannabis presenta opportunità per tutte le parti coinvolte nell’industria nel continente africano. Per i governi, un quadro normativo più tollerante consentirebbe di generare nuove risorse fiscali legate alla tassazione della cannabis e se avviati processi di depenalizzazione dei consumi ludici si arriverebbe a un risparmio economico di risorse pubbliche rispetto alle politiche repressive e di proibizionismo.

 

Inoltre, è il caso del Marocco, la legalizzazione della cannabis può anche stimolare un’industria farmaceutica basata su prodotti derivati dalla cannabis e ridurre i costi di importazione di medicinali per il trattamento di determinate condizioni. Il mercato offre anche opportunità commerciali per aziende e investitori privati africani che desiderano impegnarsi nella produzione, distribuzione o lavorazione della cannabis in tutte le sue forme. Con la crescita prevista del mercato della cannabis, i principali rischi che gli operatori del settore in Africa potrebbero affrontare sono la monopolizzazione del settore da parte di grandi aziende straniere, la lenta evoluzione del quadro istituzionale e normativo, il livello elevato di tassazione della cannabis medica, le barriere legate alle tradizioni e alle credenze religiose e gli elevati requisiti di input e pesticidi per la moderna coltivazione in serra.

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