Le Afriche del Piano Mattei
Da Piano Marshall a Piano Mattei: il 2023 africano del governo Meloni.
Il Piano Mattei è una mezza paginetta molto vaga con cinque aree tematiche di intervento nei prossimi anni.
Il 29 gennaio 2024 la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha svelato, all’Italia, all’Africa, all’Europa e al mondo, il suo Piano Mattei. Puoi vederlo qui: si tratta di una mezza paginetta molto vaga con cinque aree tematiche di intervento nei prossimi anni.
Durante la conferenza stampa finale, Meloni ha dato qualche elemento in più spiegando che “non volevamo fare semplicemente filosofia, perché una delle cose che abbiamo spesso sentito dire dai nostri partner africani è proprio che ci si presenta sempre con grandi idee e che poi quelle idee stentano a diventare fatti concreti”. E allora eccoli qui i progetti “messi a terra” dal Piano Mattei:
Da Piano Marshall a Piano Mattei: il 2023 africano del governo Meloni.
Importeremo 28 miliardi di metri cubi di gas dall’Algeria
Come ha spiegato Giorgia Meloni, il Piano si finanzia con un gettone iniziale di 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie. Di questi, circa 3 miliardi saranno presi dal Fondo italiano per il clima (circa il 70% del Fondo stesso, per le risorse attualmente disponibili) e 2,5 miliardi e mezzo dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo (che è quanto già oggi viene stanziato alla Cooperazione). Inoltre, lo spiega bene qui Pagella Politica: il Fondo italiano per il clima è un fondo rotativo, sostenuto sì da risorse pubbliche ma che si autofinanzia quando le imprese restituiscono i prestiti di cui hanno beneficiato.
Si parla di settori ma non di strategie, di investimenti ma non di progetti e non è dato sapere nulla di più.
Per ora resta comunque tutto sulla carta delle buone intenzioni: l’unica iniziativa legislativa in materia di Piano Mattei riguarda la cornice burocratica (ne abbiamo parlato qui).
Questo episodio potrà sembrare merce per appassionati ma, in realtà, tratta di politica. Quella molto spiccola.
In Africa, la cannabis fu introdotta all’inizio del XVI secolo dall’Asia meridionale e, da allora, la sua cultura si è diffusa in tutte le sottoregioni.
La crisi del debito africano può vanificare ogni sforzo per la transizione energetica globale.
I futures ai livelli più alti, la difficoltà di pagare dignitosamente la produzione e l’emergenza climatica, sono le tre bombe a orologeria che stanno esplodendo nel mercato del cacao.