Ep. 09

Una straordinaria accoglienza

Il 24 febbraio 2022, con l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, l’Europa si è trovata a far fronte non solo al conflitto scoppiato alle sue porte, ma anche a uno straordinario afflusso di profughi in fuga

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Su Slow News raccontiamo l’impatto della politica di coesione dell’Unione Europea sul nostro Paese: storie di progetti, di persone, di istituzioni, ma anche contesti e spiegazioni di cosa, chi e perché sta dietro a questi soldi.
Ma ABNE non è solo articoli. È anche una newsletter.

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Il 24 febbraio 2022, con l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, l’Europa si è trovata a far fronte non solo al conflitto scoppiato alle sue porte, ma anche a uno straordinario afflusso di profughi in fuga, per la maggior parte donne, anziani e bambini (agli uomini sopra i 18 anni è vietato uscire dall’Ucraina) costretti a scappare verso i confini di Polonia, Romania, Ungheria, Moldavia.

 

Da subito gli stati membri dell’Unione europea hanno trovato un accordo per gestire questi arrivi, decidendo misure straordinarie di accoglienza e protezione, mettendo a disposizione personale specializzato, stanziando fondi aggiuntivi e cambiando destinazione ad altri.

 

A oltre un anno e mezzo di distanza, Eleonora Camilli traccia per noi un bilancio di questo nuovo modello, mai applicato prima, analizzando punti di forza e criticità.

Leggi l’articolo.

Dietro i numeri, ci sono le storie delle persone. E su ABNE raccontiamo anche quelle, come la storia di Aliona Fedchyshyna, che quando è arrivata in Italia, il 3 marzo 2022, aveva 28 anni e pensava di restare al massimo due settimane. Non è andata esattamente così.

 

Leggi il reportage di Eleonora Camilli, Kiev-Milano, andata e ritorno.

Dall'Europa

📌 Il nuovo patto di stabilità e crescita – Dopo tanta attesa, la Commissione europea ha presentato una proposta di riforma del Patto di Stabilità e Crescita, scrive Il Post. Le vecchie regole erano state sospese nella primavera del 2020 a causa della pandemia, ma erano oggetto di discussione da diversi anni. Ci sono stati che vorrebbero regole più flessibili e lasche, come i paesi europei che hanno già un grosso debito e un’alta propensione alla spesa pubblica (l’Italia e la Spagna ad esempio). E ci sono invece stati che vorrebbero leggi più rigide per contenere i rischi economici legati a un indebitamento eccessivo, come Germania, Austria e Paesi Bassi.

 

In estrema sintesi la riforma proposta dalla Commissione prevede una semplificazione delle regole, trattamenti diversi a seconda della condizione economica “di partenza” degli stati e un rafforzamento delle procedure di infrazione. La riforma andrà approvata sia dal Parlamento Europeo sia dal Consiglio dell’Unione Europea, dove siedono i rappresentanti dei 27 stati membri.

 

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📌 Più centralizzazione per PNRR e Politica di coesione – Il decreto legge con le misure urgenti per l’attuazione del Pnrr è stato approvato in maniera definitiva dal Parlamento. E riguarda anche la Politica di coesione.  Il provvedimento accentra i poteri nelle mani di Palazzo Chigi prevedendo l’istituzione presso il Dipartimento per le Politiche europee guidato da Raffaele Fitto, della struttura di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il Dipartimento ha ora il compito di coordinare le attività di realizzazione dei progetti e diventa il punto di contatto nazionale per l’attuazione del Piano e i rapporti con le istituzioni di Bruxelles.

 

Lo stesso processo di centralizzazione interessa anche la Politica di coesione, con la soppressione dell’Agenzia per la coesione territoriale e l’accentramento delle competenze in capo a Palazzo Chigi, in particolare al Dipartimento per le politiche di coesione, con un’unità specifica ridenominata “Nucleo per le politiche di coesione” (NUPC).

 

Leggi l’articolo su Fasi.eu

 

📌 Fondi di coesione UE: un’opportunità per il welfare aziendale – Di welfare aziendale e conciliazione vita-lavoro Abne si è occupata più volte, con Lidia Baratta. Il tema è da sempre anche al centro delle ricerche dei nostri partner di Percorsi di secondo welfare che hanno pubblicato un approfondimento su come le Regioni italiane hanno usato e potrebbero usare i contributi Ue, soprattutto quelli del Fondo sociale europeo, per far crescere il settore. «Gli stanziamenti di Bruxelles – scrivono – per il 2021-2027 potrebbero essere utilizzati per finanziarie nuovi bandi e progetti, che però andrebbero strutturati sulla base di alcuni criteri chiari».

 

Approfondisci

Per chi ha qualche anno in meno

Bologna è una città adatta per girare in bicicletta?

 

Il capoluogo dell’Emilia Romagna detiene il primato nella classifica delle città più sostenibili d’Italia in termini di mobilità. Lo sancisce il 16° Rapporto Euromobility: i ciclisti in città sono aumentati del 62 per cento negli ultimi dieci anni. Se invece si prende come parametro di riferimento il numero di km di piste ciclabili per 10mila abitanti, Bologna è diciottesima in Italia, con circa 4 km, secondo il dossier Non è un paese per bici, pubblicato nel 2022 dalla Clean Cities Campaign.

 

Leggi l’articolo intero su Zai.net

La parola della settimana

Patto di stabilità e crescita: nasce per garantire che la disciplina di bilancio dei paesi dell’Unione europea (UE) continui dopo l’introduzione della moneta unica. Le sue due principali regole fiscali sono l’indebitamento netto che non deve superare il 3 per cento del Pil e il debito pubblico non deve eccedere il 60 per cento del Pil.

 

L’accordo è stato varato nel giugno 1997 dal Consiglio europeo, più volte riformato nel periodo 2005-11, infine trasformato nel fiscal compact. Secondo ISPI,  «le regole fiscali europee non sono il frutto di una riflessione unitaria ma la somma di varie misure che si sono aggiunte, e a volte sovrapposte, nel corso degli anni».

 

E, infatti, ora verranno riformate.

In copertina: Una madre ucraina e i suoi due figli a scuola a Varese, in Italia – Foto: Unione Europea

 A Brave New Europe – Next Generation è un progetto di Slow News, Internazionale, Percorsi di Secondo Welfare, La Revue Dessinée Italia, Zai.Net. È finanziato dall’Unione Europea, ma i contenuti riflettono esclusivamente i nostri punti di vista e autrici e autori dei contenuti sono indipendenti e i soli responsabili di questa pubblicazione.
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Tutti gli episodi

1

La fabbrica che diventa polo multifunzionale

Rigenerazione urbana è una parola a rischio, che può facilmente trasformarsi in gentrificazione. 
La prima è virtuosa: si tratta di trasformare un luogo esistente, un edificio, per renderlo utile alla comunità e vicino alle esigenze di chi ha meno.
La seconda è un processo che espelle progressivamente dalle aree di valore delle città le persone con meno disponibilità.

02

Dall’edilizia pesante all’impatto (quasi) zero

Il quartiere di Monterusciello, situato a Pozzuoli in provincia di Napoli, è stato costruito negli anni ’80 per accogliere gli abitanti di altre zone colpite da bradisismo.

Gli edifici del quartiere sono realizzati in prefabbricazione pesante e hanno problemi di scarso isolamento. Il che comporta un elevato consumo di energia, sia per il riscaldamento sia per il raffreddamento. 

04

Qual è la priorità?

Sono usciti i nuovi dati dell’Eurobarometro(*): abbiamo potuto visionarli in anteprima e farci per tempo un’idea di quel che vale la pena di riassumere e che non troverai necessariamente nella copertura giornalistica “mainstream”.

05
06
07

Che fine fanno i soldi della Coesione UE?

In un paese molto anziano come l’Italia, progetti di residenza popolare da assegnare a persone anziane autosufficienti con l’obiettivo di ritardare quanto più possibile l’ingresso di queste persone nella fase di non autosufficienza sono vitali.

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Una straordinaria accoglienza

Il 24 febbraio 2022, con l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, l’Europa si è trovata a far fronte non solo al conflitto scoppiato alle sue porte, ma anche a uno straordinario afflusso di profughi in fuga

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“La migliore autonomia strategica è la coesione”, una conversazione con l’ex presidente estone Kersti Kaljulaid

Nel solco dei “neo-idealisti”, l’ex presidente estone riflette in questa intervista sulla necessità di continuare lo sforzo di coesione attorno al sostegno militare all’Ucraina. Secondo lei, le trasformazioni nate in mezzo alla prova della guerra dovrebbero permettere all’Unione di approfondire la sua integrazione interna e di rafforzare le relazioni con il suo vicinato a Sud.

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Un’Europa frammentata? 10 punti sulla politica di coesione e le divergenze territoriali nell’Unione

Ridurre i divari e le disuguaglianze tra le regioni è un obiettivo fondamentale dell’integrazione europea. Destinata a favorire la convergenza e la crescita, la politica di coesione si sviluppa su un lungo periodo, ma è stata messa a dura prova dagli shock improvvisi della pandemia e della guerra in Ucraina. In 10 punti e attraverso 26 grafici e mappe, tracciamo un bilancio dello stato attuale della politica di coesione e del suo futuro, mentre gli Stati membri si preparano a un allargamento che potrebbe sconvolgerne le coordinate.

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