Ep. 03

Una montagna di soldi (ma non basta)

Slow News. Il primo progetto italiano di slow journalism.
Dalle nostre serie Serie Giornalistiche
La newsletter di A Brave New Europe

Su Slow News raccontiamo l’impatto della politica di coesione dell’Unione Europea sul nostro Paese: storie di progetti, di persone, di istituzioni, ma anche contesti e spiegazioni di cosa, chi e perché sta dietro a questi soldi.
Ma ABNE non è solo articoli. È anche una newsletter.

Slow News. Il primo progetto italiano di slow journalism.

La settimana scorsa Valentina ci ha scritto, a proposito del nostro lavoro sull’Europa:

«Molto interessante, sarebbe da leggere punto per punto e commentare. Francamente, da una prima occhiata, quando leggo "tanti soldi", se non fosse per gli altri punti vi avrei bannati. Perché vi do una notizia: non a tutti fanno gola i soldi. Cè gente di valore che vive anche di vita vera👋».

Valentina ha ragione: il denaro è parte di una struttura sociale che diamo per scontata perché siamo nati e c’era già.

 

Ma non è naturale, non è l’unica strada possibile né un elemento valoriale. Non è come la legge di gravità.

Nonostante questo, nel caso della politica di coesione europea, però, parlare di soldi è molto importante.

 

Perché? Perché sono soldi pubblici. Quindi sono soldi che derivano anche dal tuo contributo alla società. Non solo: sono soldi che l’Unione Europea utilizza per co-finanziare progetti nei vari stati membri.

Significa che per quei progetti vengono utilizzati anche soldi di altre istituzioni nazionali e locali.

 

Quali progetti?

Comunità energeticheciclovie, progetti di cura degli anziani, progetti per l’infanzia, accoglienza dei migranti e via dicendo.

 

È di monitorare l’uso di questi soldi che ci occupiamo con questo progetto.

E lo facciamo proprio con lo spirito della mail di Valentina: il denaro non basta, è la vita che conta.

 

Se vuoi partecipare anche tu alla conversazione sull’Europa, la mail è questa: info@slow-news.com.

Invece di leggere le classifiche delle scuole

Secondo i dati ISTAT del 2021in Italia la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 25,4% (circa 14 milioni 983 mila persone).

Sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie.

Queste famiglie non sono in grado di accedere a beni e servizi considerati essenziali.

 

È una povertà innanzitutto economica, ma che molto spesso si lega anche ad altre dimensioni, in un circolo vizioso difficile da interrompere: non si hanno i mezzi per fare sport, per leggere dei libri, a volte nemmeno per andare alla scuola pubblica.

Così, la povertà economica diventa, tra le altre, anche povertà educativa.

 

Si tratta di un problema enorme, soprattutto nel Mezzogiorno, dove si concentra il maggior numero di famiglie povere.

E dove, a molti bambini e bambine, viene di fatto negata la possibilità di avere un futuro diverso da quello dei loro genitori.

 

La povertà educativa è un circolo vizioso.

Leggi il pezzo.

Da chi ha qualche anno in meno

Anastasia Denami, Jasminne El Khattabi, Michele Famà, Giuseppe Spinoso, Giuseppe Cutuli sono giovanissime e giovanissimi autrici e autori che hanno scritto un pezzo su Zai.net parlando della loro esperienza.

Il pezzo inizia così:

San Costantino Calabro, Jonadi e Francica sono tre piccoli paesi in provincia di Vibo Valentia in cui oltre alla scuola non c’è quasi nulla.

 

Per noi giovani mancano attività e luoghi di aggregazione ma l’Istituto Comprensivo riesce a colmare quel vuoto con proposte e occasioni di crescita.

Cosa c’entra questo con i fondi della politica di coesione europea?

Leggi il pezzo per scoprirlo.

Dall'Europa

📌 Che cos’è questa storia della risoluzione del parlamento europeo sulla Russia? La risoluzione è un atto non vincolante. Il Parlamento Europeo ne ha approvata una, lunga e articolata. Riassumerla rischia solo di polarizzare la conversazione. Se vuoi approfondire ti consigliamo di leggerla integralmente.

 

📌 Coesione o bollette? A Bruxelles si discute se usare le risorse della politica di coesione per combattere gli effetti del caro energia su famiglie e imprese. Le trattative entreranno ora nel vivo per arrivare a una decisione prima di Natale, ma il rischio è di allontanare i fondi dal loro scopo originale.
Leggi qui il pezzo.

 

📌 La Commissione Ue ha confermato la sua proposta di sospendere parte dei fondi della politica di Coesione all’Ungheria, per un totale di 7,5 miliardi di euro. Spetterà ai ministri dei 27 stati Ue, riuniti nel Consiglio Economia e Finanza, prendere una decisione entro il 19 dicembre.  Se il voto del Consiglio fosse favorevole, sarebbe la prima volta in cui l’Ue applica il “regolamento sulla condizionalità”, in vigore dal gennaio 2021.

 

Di cosa si tratta? La normativa consente di sospendere i fondi Ue a uno stato membro se la Commissione Ue registra delle violazioni dei principi dello Stato di diritto.

 

Ritorneremo sulla questione: è molto complessa perché tocca aspetti tecnici, politici e, in parte, si lega anche ai fondi per il post-pandemia che l’Ungheria deve ancora ricevere.

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Su Slow News raccontiamo l’impatto della politica di coesione dell’Unione Europea sul nostro Paese: storie di progetti, di persone, di istituzioni, ma anche contesti e spiegazioni di cosa, chi e perché sta dietro a questi soldi.
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Dall’edilizia pesante all’impatto (quasi) zero

Il quartiere di Monterusciello, situato a Pozzuoli in provincia di Napoli, è stato costruito negli anni ’80 per accogliere gli abitanti di altre zone colpite da bradisismo.

Gli edifici del quartiere sono realizzati in prefabbricazione pesante e hanno problemi di scarso isolamento. Il che comporta un elevato consumo di energia, sia per il riscaldamento sia per il raffreddamento. 

Tutti gli episodi

1

La fabbrica che diventa polo multifunzionale

Rigenerazione urbana è una parola a rischio, che può facilmente trasformarsi in gentrificazione. 
La prima è virtuosa: si tratta di trasformare un luogo esistente, un edificio, per renderlo utile alla comunità e vicino alle esigenze di chi ha meno.
La seconda è un processo che espelle progressivamente dalle aree di valore delle città le persone con meno disponibilità.

02

Dall’edilizia pesante all’impatto (quasi) zero

Il quartiere di Monterusciello, situato a Pozzuoli in provincia di Napoli, è stato costruito negli anni ’80 per accogliere gli abitanti di altre zone colpite da bradisismo.

Gli edifici del quartiere sono realizzati in prefabbricazione pesante e hanno problemi di scarso isolamento. Il che comporta un elevato consumo di energia, sia per il riscaldamento sia per il raffreddamento. 

04

Qual è la priorità?

Sono usciti i nuovi dati dell’Eurobarometro(*): abbiamo potuto visionarli in anteprima e farci per tempo un’idea di quel che vale la pena di riassumere e che non troverai necessariamente nella copertura giornalistica “mainstream”.

05
06
07

Che fine fanno i soldi della Coesione UE?

In un paese molto anziano come l’Italia, progetti di residenza popolare da assegnare a persone anziane autosufficienti con l’obiettivo di ritardare quanto più possibile l’ingresso di queste persone nella fase di non autosufficienza sono vitali.

08

Una straordinaria accoglienza

Il 24 febbraio 2022, con l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, l’Europa si è trovata a far fronte non solo al conflitto scoppiato alle sue porte, ma anche a uno straordinario afflusso di profughi in fuga

09
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“La migliore autonomia strategica è la coesione”, una conversazione con l’ex presidente estone Kersti Kaljulaid

Nel solco dei “neo-idealisti”, l’ex presidente estone riflette in questa intervista sulla necessità di continuare lo sforzo di coesione attorno al sostegno militare all’Ucraina. Secondo lei, le trasformazioni nate in mezzo alla prova della guerra dovrebbero permettere all’Unione di approfondire la sua integrazione interna e di rafforzare le relazioni con il suo vicinato a Sud.

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Un’Europa frammentata? 10 punti sulla politica di coesione e le divergenze territoriali nell’Unione

Ridurre i divari e le disuguaglianze tra le regioni è un obiettivo fondamentale dell’integrazione europea. Destinata a favorire la convergenza e la crescita, la politica di coesione si sviluppa su un lungo periodo, ma è stata messa a dura prova dagli shock improvvisi della pandemia e della guerra in Ucraina. In 10 punti e attraverso 26 grafici e mappe, tracciamo un bilancio dello stato attuale della politica di coesione e del suo futuro, mentre gli Stati membri si preparano a un allargamento che potrebbe sconvolgerne le coordinate.

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