A questo scopo, nel 1998 fu sottoscritta la Carta di Cagliari, con le firme di governo, Regione Sardegna, Unesco, università di Cagliari e di Sassari e dello stesso Pinna, in qualità di presidente dell’Ente Minerario (l’ente regionale, oggi sciolto, che coordinava le attività minerarie). Gli impegni della Carta, però, tardavano a concretizzarsi. Così, il 5 novembre 2000, durante la visita di una commissione Unesco presso la galleria Pozzo Sella, Pinna fece un annuncio: non avrebbe lasciato la galleria fino all’istituzione del parco geominerario.
Presto, la protesta di Pinna guadagnò sostenitori. Da alcuni anni, degli ex lavoratori del polo di Portovesme e iscritti alle liste di collocamento venivano impiegati part-time nei siti del parco (di proprietà di Igea) come lavoratori socialmente utili. Queste persone, capendo di essere parte in causa della protesta, decisero di unirsi all’occupazione. Tra di loro, anche Mauro Olianas. «Siamo andati subito in questa galleria a trovare Giampiero e da lì non ce ne siamo andati più manco noi» racconta Olianas. «Un anno dopo, il ministro dell’Ambiente Matteoli ci ha portato il decreto istitutivo del Parco Geominerario e contemporaneamente l’assunzione di tutti i lavoratori a tempo indeterminato», ricorda.