Troppo spesso i piccoli comuni non hanno le risorse economiche e il personale necessari per gestire bene il loro patrimonio naturale, a volte molto vasto e potenzialmente ricco. É un problema, non solo per loro.
«Se io mantengo tre sorgenti attive, non lo sto facendo solo per Biccari, lo sto facendo anche per la pianura; se mantengo il bosco, evito il dissesto ideologico a valle», continua Mignogna. Quelli fatti dal sindaco sono due esempi di quelli che in termini tecnici vengono definiti funzioni ecosistemiche e servizi ecosistemici.
«Le funzioni ecosistemiche – spiega un documento dell’Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile – sono quelle “azioni indispensabili al fine di regolare gli equilibri degli ecosistemi”: fissazione della CO2, depurazione dell’acqua, trattenimento dei suoli da parte della vegetazione, produzione di biomasse (acqua, cibo, legname), ecc. L’essere umano, in modo diretto o indiretto, utilizza tutto questo spesso in modo inconsapevole, tanto che queste funzioni hanno avuto la necessità di essere classificate e chiamate “Servizi ecosistemici” in relazione al tipo di domanda che viene sviluppata».
Le foreste, per esempio, dopo gli oceani, sono i più grandi depositi di carbonio al mondo: contribuiscono a mitigare il cambiamento climatico assorbendo l’anidride carbonica, immagazzinandola nel legno, nelle foglie e nel suolo, rilasciando ossigeno.
«La montagna svolge una funzione per la valle», commenta Mignogna; ma le attività e i servizi ecosistemici che i comuni come Biccari svolgono e garantiscono, continua, «oggi non vengono riconosciute o indennizzate, e rischiano di perdersi perché non c’è più chi le fa, perché nelle aree forestali, montane e interne, mancano gli abitanti».
L’offerta di servizi ecosistemici delle zone rurali è influenzata dai processi di trasformazione del suolo, come quelli legati all’urbanizzazione. Al tempo stesso, però, le aree urbane generano una maggiore domanda di servizi ecosistemici per via della concentrazione di popolazione. Questa relazione di interdipendenza ha portato a «rivalutare il legame tra aree urbane e aree rurali e la necessità di considerate il capitale naturale nelle politiche e nelle strategie territoriali», spiega ancora l’Asvis.
Per questo, da qualche tempo si ragiona sul valore economico dei servizi ecosistemici, da riconoscere sotto forma di pagamenti a quei territori che tutelano, salvaguardano e presidiano le risorse a beneficio della collettività. In pratica, l’idea sarebbe pagare il comune di Biccari perché il suo bosco assorbe Co2, trattiene il suolo, depura l’acqua.