L’idea del Parco della Pace di Vicenza, per essere realizzata, ha fatto i conti con i cambiamenti politici alla guida della città. E la partecipazione di cittadini e cittadine ne ha risentito. Da quando inizia l’idea del parco della pace si fa anche progettazione. È quasi naturale, visto che il progetto è, prima di tutto, una conquista della cittadinanza.
Il comune di Vicenza, a febbraio del 2013, avvia un percorso partecipativo particolarmente innovativo – a partire da una “Future Search Conference” convocata dal sindaco – coinvolgendo circa 30 realtà associative e comitati cittadini interessati alla destinazione dell’ex aeroporto Dal Molin.
Questo coinvolgimento viene anche formalizzato con una delibera della giunta comunale (la n.85 del 24/4/2013) che istituisce ufficialmente il Tavolo della Partecipazione, attribuendogli un ruolo consultivo obbligatorio ma non vincolante sulle scelte progettuali e sul monitoraggio ambientale dell’area. Il Comune funge da segreteria tecnica del nuovo organismo, facilitando gli incontri e la sintesi delle diverse posizioni. È obbligato a consultare il Tavolo, ma poi può scegliere autonomamente.
Partecipano, fra gli altri, associazioni ambientaliste (Legambiente, LIPU tramite il Coordinamento Protezionista Vicentino), movimenti pacifisti e comitati civici nati dall’opposizione alla base statunitense (come il Presidio Permanente No Dal Molin, Vicenza Libera No Dal Molin, Coordinamento Cristiani per la Pace, Casa per la Pace, Pax Christi), gruppi culturali e di quartiere, rappresentanti degli immigrati, ma anche realtà sportive e persino associazioni legate al mondo aeronautico locale (ad esempio Associazione Arma Aeronautica e il Club Frecce Tricolori).
Questa pluralità di attori riflette le diverse “anime” della città coinvolte: dagli attivisti contrari alla militarizzazione del territorio, fino a chi vedeva opportunità ricreative o commemorative nell’area del futuro parco.
Il Tavolo opera mediante incontri periodici, cercando di raggiungere consenso sulle proposte, anche se è molto difficile trovare l’unanimità. Inizialmente, comunque, emerge una visione condivisa: creare un grande parco pubblico dedicato alla pace come simbolo di riconversione di un luogo militare in spazio civile. Fra il 2014 e il 2015 anche i progettisti incaricati di PAN Associati interagiscono con il Tavolo. Gaetano Selleri, uno dei soci dello studio, ci ha spiegato che il loro compito, come progettisti, è stato sintetizzare le visioni e le necessità che emergevano.