Ep. 2

ADHD, timer e gatte pelose in mutande sul balcone

Aneddoti dal pianeta ADHD.

Geranio
Dalle nostre serie Serie Giornalistiche
Cronache dal pianeta ADHD

In Italia un paio di milioni di persone sono ADHD. L’acronimo, in italiano, sta per disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Come molte neurodivergenze, anche l’ADHD è circondata da stigma e problemi. Ne parliamo qui, insieme.

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È domenica mattina e per un caso della vita sei completamente solo, in silenzio, e hai pianificato una giornata priva di contatti umani o quasi, nei limiti del possibile e della sopravvivenza in una casa non del tutto attrezzata per ospitarti. Naturalmente, hai pianificato anche una giornata completamente priva di stress e di lavoro, quell’oggetto gassoso che si prende tutto lo spazio e i pensieri che gli lasci. Vorresti anche che fosse una giornata completamente disconnessa.

Però quando ti svegli hai quel mal di testa che conosci bene: è arrivata la sinusite, lo sapevi che sarebbe successo, i sintomi c’erano tutti da tre giorni. La cosa ti innesca, ovviamente: sai che devi prendere un antinfiammatorio, lo fai. Sai che devi fare i lavaggi nasali. Li fai. Sai che devi mettere sul fuoco i fumenti. Ma in quel momento ti ricordi che, prima di addormentarti, non hai visto la fine di Djokovic a Wimbledon e vuoi sapere che ha fatto e tutto sommato è molto presto e hai bisogno di stare ancora un po’ a letto, così ti guardi un po’ di video di highlights e poi i colpi migliori del giorno, e poi c’è il boato sul centrale quando l’Inghilterra segna il rigore – ah ecco, chi c’è in semifinale? fammi vedere – e lui che non capisce, e poi vedi i colpi migliori del giorno prima e leggi di Sinner e ti chiedi quando la finiranno di chiamare Kalinskaya “la fidanzata di Sinner” e pensi agli hater di Sinner che vabbe’, e che vuoi proprio scrivere quel reportage di viaggio in 8 bit e che devi sempre finire di sistemare una volta per tutte quelle slide e sì, hai due o tre cose in sospeso di lavoro, e anche un’idea nuova per un libro e una vecchia che devi chiudere e poi ti ricordi che hai imparato che devi mettere a tacere questi stimoli scrivendoli da qualche parte e lo fai e scherzando e ridendo è passata mezz’ora e devi proprio fare i fumenti perché sì, l’antinfiammatorio ha fatto effetto ma sai che non è finita.
Ti alzi e metti l’acqua sul fuoco, poi ti ricordi che devi dare ai gerani l’aiutino, quei gerani sono una specie di ossessione: li hai portati in giro più volte, li hai salvati dalla mosca del geranio – una storia assurda, che mica è facile salvarli –, li hai fatti rivivere quando non ci credeva nessuno, li hai fatti crescere anche in casa anche se ti dicevano di no, ora non li porti più in giro perché sono troppi, hai fatto le talee e pianifichi altre dieci talee il prossimo anno, ti piacciono i gerani. Così, apri l’armadietto con l’aiutino per i tuoi gerani ed esci sul pianerottolo. Ma prima, siccome sai che poi te ne dimentichi, metti un bel timer sul telefono per non lasciare sul fuoco l’acqua per i fumenti. Hai imparato che devi dotarti di queste strategie per evitare danni. Un tempo, ricordi, gli amici, quei danni, li chiamavano “le puliafitate”.

Solo molto tempo dopo hai capito cos’erano davvero.

Comunque, sei felice perché ti sei ricordato il timer e c’è silenzio e il mal di testa per ora tace e puoi dedicarti ai gerani ma, sorpresa: ci sono le gatte pelose. La cosa ti innesca, perché, guarda un po’, ci sono le gatte pelose su tutto l’albero davanti e allora ti chiedi come mai non siano venuti a toglierle – siccome non ce la fai a fare anche le cose del giardinetto anche se vorresti ed è poco più di un fazzoletto hai un accordo che famo a fidasse che venite ogni tanto, però ecco ti accorgi che il giardino è una specie di foresta e allora pensi che devi fare le foto e mandarle e chiedere quand’è l’ultima volta che son venuti che sì, devi saldare una fattura che ti eri dimenticato, è vero, ma voi dovete venire a fare quelle due cose in croce, però. Anche perché quando solleciti tu le fatture mica son tutti solerti a pagare, anzi, devi ricordarti di mandare un sollecito lunedì, ora devi entrare e scrivertelo sul quadernino se no il pensiero se ne va.

Ora, non hai nulla di specifico che possa agire contro le gatte pelose, però pensi che devi intervenire subito, così prendi l’unico antiparassitario che ti ritrovi e inizi a spruzzarlo mentre pensi che poi rientri, prendi il telefono e fai le foto al giardino e poi le mandi insieme al saldo della fattura oppure prima le mandi e poi saldi la fattura, e spruzzi spruzzi e togli le processionarie – si chiamano così le gatte pelose – e sì, caspita, guarda quanto hanno mangiato le foglie e pure l’albero, ora faccio le foto, mi sa che si vede anche dalla strada e senti CLICK alle tue spalle. Anzi, è più un CATACLONK.
Sai cos’è successo senza voltarti.

La porta si è chiusa.

Da quando l’hai fatta cambiare e hai deciso – perché l’hai deciso? ci avevi pensato bene? forse bisogna far fare di nuovo il lavoro? – che non serviva una maniglia di apertura dall’esterno, questo significa una sola cosa: per rientrare in casa devi avere le chiavi.
Solo che tu sei sul pianerottolo in mutande, scalzo.
L’unica cosa che hai con te è un antiparassitario che non è nemmeno specifico contro le processionarie.
Le chiavi sono dentro casa.

Il telefono è dentro casa.

Non puoi uscire perché il cancelletto si apre solo da dentro casa.

Dopo trenta secondi senti un timer che suona da dentro casa.

È quello che avevi messo sul telefono perché non volevi dimenticarti l’acqua sul fuoco.

La serie “Cronache dal pianeta ADHD” contiene anche racconti come questo, storie di vita di persone ADHD.
Nell’immagine, il fiore di una delle talee dei gerani: sono sopravvissuti alle gatte pelose.

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In Italia un paio di milioni di persone sono ADHD. L’acronimo, in italiano, sta per disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Come molte neurodivergenze, anche l’ADHD è circondata da stigma e problemi. Ne parliamo qui, insieme.

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