Ep. 1

ADHD e adulti – L’avventura della ricetta

In Italia, uno dei farmaci più risolutivi per le persone ADHD è “off label”. Così, oltre a gestire la tua neurodivergenza, hai anche altri problemi, perlopiù burocratici.

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Cronache dal pianeta ADHD

In Italia un paio di milioni di persone sono ADHD. L’acronimo, in italiano, sta per disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Come molte neurodivergenze, anche l’ADHD è circondata da stigma e problemi. Ne parliamo qui, insieme.

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Diciamo che sei una persona adulta e hai ricevuto una diagnosi di ADHD. Se è successo, probabilmente hai fatto delle ricerche personalmente, avevi un sacco di domande sulla tua condizione e sul modo di funzionare e forse anche sul tuo posto nel mondo. Senza esagerare, hai fatto un percorso e, probabilmente, quel percorso ti è costato un sacco di fatica. 

 

Di quel che comporta per tutta la rivalutazione della tua vita precedente e per la riorganizzazione di quella attuale parleremo un’altra volta. Qui parliamo di una delle cose più spiacevoli che ti tocca affrontare, a meno che tu non abbia davvero molta fortuna: le medicine. 

Il Ritalin off label in Italia

La diagnosi di ADHD comporta, in alcuni casi, il suggerimento da parte dello psichiatra di una terapia farmacologica. Sul Ritalin, per esempio, c’è consenso medico rispetto all’efficacia. Gli effetti collaterali sono noti. Ma questo farmaco, in Italia, è off label per gli adulti. Cioè: si può prescrivere, ma con una serie di restrizioni. 


Se hai ricevuto una diagnosi di ADHD quando eri minorenne, da maggiorenne puoi continuare a reperirlo (quasi) senza problemi (sempre che il farmaco sia disponibile, ovviamente, e sempre che nessuno si metta di traverso). Ma se la diagnosi ti arriva in età adulta, allora il calvario è certo. 


Prima di tutto, il medico che ti prescrive il Ritalin è, giustamente, tenuto a spiegarti tutto quello che riguarda il farmaco stesso. Immediatamente capisci che devi farti una cultura. Sul farmaco così come te la sei fatta sull’ADHD. Naturalmente dovrai riferire a chi ti segue eventuali problemi e firmare un documento di consenso informato in cui accetti la prescrizione, che poi va associata – è fortemente raccomandato – a una terapia psico-comportamentale. Fin qui sembra avere tutto senso: sei una persona adulta, decidi autonomamente se prendere o meno il medicinale, il medico si prende la sua responsabilità nel prescrivertelo.  

Dal medico di base

Ma non è mica finita. A questo punto ti devi presentare al medico di base. Intanto non è detto che conosca l’ADHD: puoi trovarti di fronte al paradosso di doverlo spiegare alla tua dottoressa o al tuo dottore; poi non è certo che abbia dimestichezza con la ricetta per l’off label; potrebbe anche rifiutarsi di fare la ricetta o comunque sollevare problemi.

La psichiatra o lo psichiatra che ha fatto la prescrizione, a questo punto, se ha presente la situazione – probabilmente sì – si attrezzerà per preparare una lettera di istruzioni da consegnare al medico di base. La responsabilità, a quel punto, è condivisa fra paziente, psichiatra, medico di base.

La trafila, tutti i mesi

Ma non finisce mica qui. A quel punto devi iniziare il giro delle farmacie di zona sperando che chi gestisce la farmacia – o chi c’è in quel preciso momento dietro al bancone – sappia di cosa stiamo parlando.


Non è detto che il o la farmacista sappia come accettare una ricetta
off label, non è detto che sia a disposizione per imparare o ascoltarti, non è detto nemmeno che si adoperi per procurarti il farmaco.


Capita di entrare in farmacia, dover spiegare tutto daccapo – magari con dietro persone in coda spazientite, che intanto ascoltano e sbuffano o magari sbuffano soltanto – e di uscire con la ricetta in mano e un bel nulla di fatto. Capita di entrare in farmacia, dover spiegare tutto e uscire con un “vediamo cosa si può fare”, per poi scoprire che la farmacia ha deciso di chiamare il medico di base per chiedere lumi, ritardando il reperimento del farmaco.

Siccome possono essere prescritte solamente due confezioni per ricetta, una volta al mese – se non hai trovato una farmacia di riferimento o se per caso hai una vita complessa e ti sposti – devi ripetere il calvario, che a quel punto diventa parte della tua organizzazione e ti devi segnare in agenda.

Perché, non dimentichiamocelo, sei ADHD.

Questa serie di articoli si basa su: racconti anonimi di persone che hanno ricevuto una diagnosi di ADHD o che hanno parenti o cari con una diagnosi di ADHD. Esperienze personali.

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In Italia un paio di milioni di persone sono ADHD. L’acronimo, in italiano, sta per disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Come molte neurodivergenze, anche l’ADHD è circondata da stigma e problemi. Ne parliamo qui, insieme.

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