Proprio nel capoluogo ligure nel 2017 si sono conclusi i lavori per l’elettrificazione delle 12 banchine all’interno dell’Area riparazioni navali: il progetto, nato nel 2009 come progetto pilota, ha visto l’avvio dei lavori nel 2015 e “ha previsto un costo di circa 9,7 milioni di euro, in parte provenienti dal ministero dell’Ambiente e in parte da fondi europei Por Fesr” si legge in un documento della Direzione generale per il clima e l’energia dell’allora ministero dell’Ambiente.
La Regione Campania, invece, punta a integrare le risorse messe a disposizione dal Pnrr con ulteriori 20 milioni di euro nell’ambito del ciclo di programmazione 2021-2027 del Fondo europeo di sviluppo regionale.
Il rapporto “Porti verdi: la rotta per uno sviluppo sostenibile” curato da Legambiente in collaborazione con Enel X ha realizzato una simulazione dei costi e dei benefici ambientali derivanti da un intervento di elettrificazione di tutti i 39 porti italiani aderenti al network Ten-T. «In generale abbiamo ipotizzato che venissero elettrificati quei segmenti navali caratterizzati da una maggiore permanenza in porto quali ‘Ro-ro’ e traghetti, navi cargo, navi container e navi da crociera. L’abilitazione al cold ironing dei 39 porti permetterebbe ogni anno di evitare la combustione di oltre 635mila tonnellate di gasolio marino, consentendo una significativa riduzione delle emissioni inquinante nel perimetro portuale e nelle aree circostanti», si legge nella ricerca.
L’investimento economico necessario è stimato dallo studio in 640 milioni di euro e il fabbisogno energetico lordo ammonterebbe a circa 2,9 TWh all’anno. Ma affinché l’intervento sia efficiente «è necessario che le opere vengano dimensionate sulla base dell’effettivo traffico portuale, in modo che si abbia un utilizzo assiduo dell’infrastruttura».