Il lavoro svolto dalla Caritas con Giada rientra nell’ambito del progetto “Il futuro in mano”, dedicato proprio ai NEET. Obiettivo dell’iniziativa è aiutare i giovani ragazzi lomellini che non studiano e non lavorano a trovare una loro strada. Per questo, sono stati attivati tre laboratori per scrivere un curriculum, pensare un percorso di formazione o di volontariato.
“Il futuro in mano” è sostenuto da fondi della politica di coesione Ue, ma non è l’unico progetto ad essere stato reso possibile dai fondi comunitari ottenuti dalla Caritas di Vigevano. Don Locatelli spiega che la sua organizzazione riesce ad intercettarli partendo dai bisogni del territorio che Caritas ben conosce, dal momento che, al suo interno, ha dal 1998 un Osservatorio delle Povertà e delle Risorse.
Stando all’esperienza del sacerdote, la soluzione alle esigenze del territorio «molto spesso è data dai fondi europei». Per esempio, continua, «Se mi accorgo che nella mia diocesi c’è un grosso problema con i NEET, i giovani che non studiano e non lavorano, io mi metto a caccia di qualcosa che possa aiutarmi nella mia funzione di supporto, che diverse volte ho trovato nei fondi europei».
Sono anni che l’Unione Europea stanzia dei fondi per l’occupazione giovanile, in generale, e per i NEET, nello specifico. Come spiega Secondo welfare, nel febbraio 2013 il Consiglio Europeo ha infatti adottato la Youth Employment Initiative (YEI) volta a finanziare con un budget complessivo di circa 6 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 un insieme di iniziative rivolte alla lotta alla disoccupazione giovanile. Tra queste rientrano anche le misure che adottate nell’ambito della cosiddetta Youth Guarantee, iniziativa che nelle intenzioni del legislatore europeo dovrebbe promuovere misure di carattere strutturale volte a fronteggiare il problema dell’inattività e della disoccupazione giovanile nei Paesi Membri.