«Quando abbiamo deciso di aprire un’attività all’Elba in molti ci hanno considerato dei folli. È una scelta per certi versi antieconomica, specie dal punto di vista logistico: bisogna portare sull’isola alcune materie prime e poi trasportare fuori il prodotto finito, il che implica costi e complessità in più». Fabio Murzi all’Elba ci è nato e cresciuto. Alla fine degli anni Novanta, con sua sorella Chiara e il cognato Marco Turoni, ha un’idea che è quasi una follia, appunto: riuscire a creare una manifattura di profumi sull’isola, ed entrare in un settore controllato da poche multinazionali.
«Tutto è cominciato in un piccolo laboratorio con annesso punto vendita, dove abbiamo sperimentato nuovi profumi ispirati dal mare e dalla natura dell’isola. Nel 2000 abbiamo lanciato il marchio Acqua dell’Elba», racconta.
Oggi Acqua dell’Elba resta un’azienda familiare, ma che esporta in tutto il mondo.
«Importiamo all’Elba alcuni ingredienti dei profumi, ma anche le bottiglie di vetro, la carta per le etichette, ed esportiamo le confezioni già pronte. È un viaggio andata e ritorno in traghetto che ci potremmo risparmiare, ma l’Elba è nel nostro Dna: abbiamo un rapporto simbiotico con l’isola, a partire dal nostro nome. Siamo nati qui, ci viviamo e vogliamo poterci lavorare», dice ancora Murzi.
Nel 2001 a Marciana Marina apre il primo negozio. Oggi ce ne sono 19 solo sull’isola, più altri cinque in Italia, uno a Cannes, uno a Seul e tre in Kuwait. Per aiutare l’azienda a potenziare il suo mercato estero, sono arrivati anche 73mila euro dei fondi di coesione dell’Unione europea nella progettazione 2014-20, per i progetti Oltremare2 e Oltremare3.
«Grazie a questi finanziamenti abbiamo potuto partecipare alle prime fiere all’estero, molto importanti per farci conoscere», spiega Murzi.
«Negli anni successivi abbiamo creato altri contatti che ci hanno permesso di strutturare la distribuzione negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone», aggiunge.