Bruxelles, per la prima volta dall’avvio del piano, non ha confermato il raggiungimento degli obiettivi minimi da parte dell’Italia. Il ritardo, ha dichiarato il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni, «non è un’eccezione, lo abbiamo fatto con altri paesi».
«Quello che è cruciale – ha continuato Gentiloni – non è questo versamento, che ci sarà, ma la dimensione del programma a sostegno della ripresa italiana. È così importante che un impegno congiunto di Bruxelles e Roma dovrebbe essere molto importante se si vuole attuare questo piano».
Secondo un calcolo dell’Associazione degli artigiani e delle piccole imprese di Mestre, infatti, per spendere al meglio tutti i fondi del PNRR, l’Italia dovrebbe farlo a un ritmo «4,5 volte superiore» a quello con cui ha utilizzato i fondi della Politica di coesione Ue dell’ultimo settennato. Questi ultimi erano circa nove miliardi all’anno, quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono ben 42, fino al 2026.
La palazzina gialla e bianca di Pisa, quindi, non è uno scandalo, ma una spia di problemi di estrema attualità.