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In Cina, la censura del web è ormai una realtà consolidata, con un controllo capillare che limita l’accesso e la libertà di espressione online. Basti pensare al “Grande Firewall”, che controlla, e spesso limita fortemente, l’accesso a contenuti stranieri o “sgraditi”.
In Cina, la censura del web è ormai una realtà consolidata, con un controllo capillare che limita l’accesso e la libertà di espressione online. Basti pensare al “Grande Firewall“, che controlla, e spesso limita fortemente, l’accesso a contenuti stranieri o “sgraditi”.
Tuttavia, ogni tanto emergono tentativi creativi per aggirare le restrizioni o renderle meno oppressive. Di recente, una nuova tendenza ha preso piede tra i giovani cinesi, portandoli a unirsi sotto un’identità condivisa: tutti utilizzano lo stesso nome utente, “momo”, e la stessa immagine di profilo – un simpatico dinosauro rosa dall’aspetto puccioso.
Questo fenomeno, nato come risposta alle crescenti preoccupazioni per la privacy e la sicurezza online, permette ai giovani di proteggere meglio la propria identità e di evitare molestie. Adottando un’identità collettiva, questi utenti riescono a discutere più liberamente di temi sensibili e argomenti considerati controversi, pur sapendo di muoversi entro i limiti di un sistema di sorveglianza rigoroso.
Ciò che rende interessante questa iniziativa è la creazione di una sorta di comunità anonima e solidale, che cresce continuamente grazie al supporto reciproco dei suoi membri. Questo gruppo si è distinto per la sua tolleranza e apertura, attirando sempre più persone disposte a unirsi a questa forma di resistenza silenziosa.
La comunità “momo” non sarebbe quindi solamente un rifugio per chi cerca di sfuggire ai vincoli della censura, ma rappresenterebbe anche uno spazio sicuro in cui è possibile esprimersi senza esporsi individualmente, unendo voci che, da sole, verrebbero facilmente silenziate – nella pratica o con le intimidazioni.
11 ottobre 2023
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