Biennale, visti negati: tre domande

In una nota ufficiale, il Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale italiano ha precisato alcuni aspetti relativamente ai visti negati ai collaboratori di Lesley Lokko, curatrice della Biennale di architettura di Venezia 2023. Abbiamo riassunto l’intera vicenda qui, mentre di seguito riportiamo integralmente le precisazioni della Farnesina.

  • l’Ambasciata d’Italia ad Accra ha facilitato da anni la partecipazione di artisti ghanesi a importanti mostre d’arte o eventi in programma in Italia. Per fare qualche esempio: all’edizione di quest’anno della Biennale di Venezia sono presenti sette artisti ghanesi, tra questi anche il noto Ibrahim Mahama. La partecipazione di artisti ghanesi è stata valorizzata anche all’edizione 2022 della Biennale e alla Triennale di Milano nel giugno 2022, dove era presente il pittore Gideon Appah.

  • Per quanto riguarda il team del padiglione alla Biennale di Venezia, curato da Lesley Lokko, sono stati rilasciati visti ai tre collaboratori, su un totale di sei richiedenti, che soddisfacevano i requisiti previsti dalla normativa. L’Ambasciata ha seguito le procedure previste dalla legge, che richiedono un attento esame dei requisiti individuali, come indicato dalla normativa europea che regola il rilascio dei visti Schengen, valido per tutti i paesi inclusi nell’accordo.

  • Nel riferirsi ai tre collaboratori cui non è stato concesso il visto, l’Ambasciata non ha mai fatto riferimento – né avrebbe potuto – all’ “essenzialità” o meno dei richiedenti. Per inciso, nel primo quadrimestre del 2023 l’Ambasciata ha rilasciato 608 visti di ingresso in Italia su 617 domande.

  • In generale, l’Ambasciata e il Ministero degli Affari Esteri stanno fornendo da tempo sempre più spazio e sostegno al settore artistico in Ghana.

  • L’11 maggio scorso, ad esempio, è stata inaugurata una mostra d’arte con artisti ghanesi, togolesi e italiani per celebrare l’amicizia tra l’Italia e i Paesi africani attraverso l’arte. L’Italia considera molto rilevante il focus sull’Africa dell’edizione di quest’anno della Biennale di Venezia e, in generale, sostiene l’arte africana sia a livello bilaterale sia multilaterale, come dimostra l’azione anche in ambito UNESCO, per promuovere il patrimonio culturale africano, sia materiale sia immateriale.

La Farnesina quindi conferma il rigetto della domanda di visto per tre dei collaboratori di Lokko ma smentisce i commenti dell’ambasciatrice sull’essenzialità dei richiedenti. Approfittiamo di questa risposta per provare ad avviare un dialogo con il Ministero, al quale rivolgiamo qualche domanda:

  • Citare nomi molto noti di artisti e ospiti africani non dimostra in alcun modo la buona fede circa le politiche di rilascio dei visti alle persone provenienti dall’Africa, anzi al contrario sembra che l’essere famoso e facoltoso rappresenti un punto a favore nella richiesta di visto (e sarebbe un parametro inaccettabile). Quali sono i requisiti comunitari Schengen da rispettare per ottenere un visto? 
  • Per potere permettere a tutti i collaboratori di Lokko di partecipare alla Biennale, come mai l’Ambasciata italiana ad Accra non ha rilasciato un Visto a Validità Territoriale Limitata (VTL), già utilizzato in passato in altre occasioni?
  • Come giustamente evidenzia Marco Perduca sull’Huffington Post, il Ghana è centrale nel Piano Mattei del governo Meloni (ne abbiamo parlato qui, qui e qui): se oggi è un problema concedere il visto a dei professionisti per venire a lavorare per un periodo di tempo limitato a qualche giorno in Italia, che succederà quando chiederemo al Ghana di rafforzare i rapporti con l’Europa a discapito di Cina, Turchia, Arabia Saudita e Russia?

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