Il latino, le filastrocche a memoria, i testi religiosi, la storia patria. Su questo si concentra la conversazione sulla scuola, stimolata dalle esternazioni di Valditara a Il Giornale. Scuola senza ideologia, dice il ministro, come se decidere cosa si studia non sia di per sé ideologico. Il racconto di quel che avverrà nella scuola italiana […]
Anche le istituzioni scolastiche amplificano le disuguaglianze
Proviamo a dirlo nella maniera più semplice possibile: ai college più prestigiosi americani accedono più facilmente i figli dei ricchi. Avviene per vari motivi: ereditarietà scolastica, accesso alle attività sportive reso più facile dalla disponibilità economica, frequentazione di scuole private che poi rilasciano schede curriculari personalizzate (vengono utilizzate per le ammissioni).
Da quelle scuole prestigiose usciranno più probabilmente persone che avranno ruoli di prestigio e di comando.
Questo significa che le istituzioni scolastiche amplificano le disuguaglianze anziché ridurle.
Il risultato è che, per esempio, a 33 anni chi ha un reddito della famiglia di provenienza nell’1% dei redditi avrà “automaticamente” anche un reddito personale più alto di quello di un coetaneo.
Lo studio è molto rigoroso – qui si può leggere integralmente, qui invece c’è il sommario non tecnico – ed è stato condotto da Opportunity Insights, Harvard University.
Purtroppo è basato solamente sul mondo USA, ma è comunque utile da esaminare, visto che nella narrazione comune gli Stati Uniti vengono raccontati come la terra delle libertà dove è facile “farsi da sé”.
—
Nell’immagine, uno dei tanti grafici dello studio. Qui si mostra che il 40% di chi ottiene i punteggi più alti ai test d’ammissione proviene da chi proviene dalle famiglie che hanno un reddito che le colloca nell 0,1% dei più ricchi.
News Flow
- Alberto Puliafito6 giorni faLa scuola distratta
- Andrea Spinelli Barrile9 giorni faSi allarga il Piano Mattei per l’Africa
Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal sono i cinque nuovi Paesi entrati tra le priorità del Piano Mattei nel 2025. Questi nuovi Paesi entrano a far parte del primo gruppo dei nove: Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto, Costa d’Avorio, Repubblica del Congo, Mozambico, Kenya, Etiopia. “Ora ci attendono le sfide del 2025 che sono internazionalizzare ed […]
- Andrea Spinelli Barrileun mese faCannabis, il primo farmaco 100% Made in Marocco
Sta arrivando il primo farmaco 100% Made in Marocco per trattare l’epilessia: è un momento storico!