Riprendiamoci il comune: la proposta di legge popolare
Di cosa si tratta e perché ci riguarda?

Mentre scrivo, mancano due giorni al termine ultimo per la raccolta firme della campagna Riprendiamoci il comune.
La campagna, promossa da una rete di realtà territoriali locali e nazionali (si va da Acli, Altreconomia, Arci, alla Rete nazionale beni comuni emergenti e a uso civico), non ha trovato alcun tipo di copertura da parte della stampa tradizionale (basta dare un’occhiata a Google News per rendersene conto).
Di cosa si tratta?
Tornare ai beni comuni
L’idea di fondo che guida questa iniziativa è il ritorno all’idea del pubblico come bene comune, con l’obiettivo – si legge nel materiale preparato dal comitato promotore – di «invertire la rotta rispetto alle politiche liberiste che in questi ultimi decenni hanno costretto i Comuni a mercificare i beni comuni, privatizzare i servizi pubblici locali, alienare il patrimonio pubblico e cementificare il territorio, privando le comunità locali di diritti e servizi».
Perché ne parliamo qui?
Perché dentro a campagne come questa c’è l’idea di mondo e di società che abbiamo: un mondo più giusto, solidale, accogliente. Una società che non depreda gli altri per i privilegi di poche persone.
Il comitato promotore ha anche preparato del materiale formativo, secondo il principio che la diffusione di conoscenza contribuisce alla creazione di una società più consapevole.