Il Giappone ci interessa per una delle questioni più rilevanti di tutte, parlando di intelligenze artificiali generative: l’uso dei dati (foto, testo, musica) per addestrare macchine di intelligenza artificiale generativa, infatti, viene esplicitamente consentito. Anche se l’addestramento avviene con materiale protetto da copyright.
L’ispirazione di questo principio sta nel fatto che l’addestramento della macchina viene in qualche modo equiparato al modo in cui funziona l’ispirazione creativa umana. «I modelli di intelligenza artificiale», scrivono su Decyipt spiegando le ragioni di chi sostiene approcci simili a quello giapponese, «scansionano il web per catalogare le immagini ma non per copiarle, allo stesso modo in cui una persona deve guardare una serie di immagini di Pablo Picasso per identificare ciò che distingue un Picasso da altre opere. Gli stili non possono essere protetti da copyright. Le immagini prodotte da un’intelligenza artificiale non sono copie di opere d’arte originali e i dati erano pubblicamente disponibili per essere visti da persone o computer».
È molto interessante notare che il documento chiave dell’approccio giapponese si intitola Social Principles of Human-Centric AI: la centralità dell’essere umano è la chiave di tutto il lavoro, che ha le proprie radici in questo documento del 2019.
La filosofia di tutto l’approccio è basata su tre pilastri di visione della società futura:
dignità: una società che rispetta la dignità umana
varietà e inclusione: una società dove persone con origini diverse possono perseguire il proprio benessere
sostenibilità: una società sostenibile
Ci sono poi sette principi chiave per la regolamentazione delle intelligenze artificiali:
Il principio umano-centrico prevede che le intelligenze artificiali non violino i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e dagli standard internazionali e che questa tecnologia sia sviluppata per espandere le capacità delle persone e permettere a tutti di perseguire il proprio benessere. È necessario introdurre meccanismi per l’educazione e la promozione dell’uso corretto dell’IA.
Il principio di educazione/literacy prevede che le persone vengano abilitate all’uso di queste macchine. Una delle parti più interessanti del documento recita: «In una società in cui l’IA sarà onnipresente, ci si aspetta che l’ambiente educativo cambi dallo stile di insegnamento unilaterale e uniforme attuale a uno che valorizzi gli interessi e le competenze individuali. […] la nostra società ha bisogno di un sistema educativo che permetta a chiunque di acquisire le basi dell’IA, della matematica e della scienza dei dati. Le persone avranno bisogno di imparare oltre i confini della letteratura e delle scienze. È necessario insegnare i limiti della sicurezza, delle tecnologie di intelligenza artificiale,atificiale, le caratteristiche di queste macchine e dei loro dati, inclusi i bias (pregiudizi), la possibilità di causarne, le questioni di equità, imparzialità e protezione della privacy.
Il principio di protezione della privacy è spiegato dal suo stesso nome: si tratta di tutelare la sfera privata e intima delle persone.
Il principio della garanzia della sicurezza richiede un equilibrio consapevole tra rischi e benefici.
Il principio della concorrenza equa prevede un approccio inclusivo e allargato alle intelligenze artificiali. «Anche se le risorse legate all’intelligenza artificiale sono concentrate in un paese specifico, non dobbiamo creare una società in cui la posizione dominante di quel Paese consenta raccolta ingiusta dei dati e violazione della sovranità. Anche se le risorse legate all’intelligenza artificiale sono concentrate in aziende specifiche, non dobbiamo avere una società in cui queste aziende sfruttino la loro posizione dominante per una raccolta dati sleale una concorrenza sleali».
Il principio di equità, responsabilità e trasparenza prevede che queste macchine siano progettate in maniera equa fin dal principio e che si permetta alle persone di comprendere quando, come, dove, in che modo e perché viene usata un’intelligenza artificiale, quali sono gli accorgimenti presi per evitare che l’intelligenza artificiale replichi pregiudizi,
Infine, il principio di innovazione è il più ambizioso, utopistico, radicale e trans-nazionale: Propone un superamento di tutti i confini: nazionali e industriali, dell’ambiente accademico e dei governi, delle etnie e delle nazionalità, dei generi e dell’età, delle convinzioni politiche e religiose; propone un lavoro congiunto per «creare una piattaforma in cui i dati provenienti da ogni campo possano possono essere effettivamente utilizzati senza essere monopolizzati».