Che fine ha fatto la Roma data platform?
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Sembrano intoccabili ma un’iniziativa dei cittadini europei cerca di riportare all’attenzione dei più un minimo di giustizia sociale. Solo che non se ne parla.
In matematica, 2024 è un numero intoccabile. Per capirne la definizione bisogna rispolverare un po’ di conoscenze matematiche, appunto, ammesso di non averle sempre lì a disposizione. I numeri intoccabili sono numeri interi positivi che non sono uguali alla somma dei divisori propri di nessun numero. I divisori propri sono tutti i numeri per cui è divisibile un numero, escluso il numero stesso. Per esempio, i divisori propri di 8 sono 1, 2 e 4. Quindi, per esempio, siccome 1+2+4=7, 7 non è un numero intoccabile. 2024, invece, lo è. Per la precisione, è il duecentesimo numero intoccabile.
Leggere questa curiosità, la classica curiosità da inizio anno, mi ha fatto pensare a tutti gli intoccabili che esistono nel mondo reale. Fra questi intoccabili ci sono – a meno che non cadano in disgrazia per i fatti loro – i ricchi. La prova di questa affermazione? Be’: credevo che l’iniziativa dei cittadini europei Tax the Rich avrebbe funzionato da sola e avrebbe raccolto velocemente le firme di cui necessita. È una proposta che intende introdurre nell’Unione Europea un’imposta sui grandi patrimoni che andrebbe a costituire una fonte addizionale di finanziamento per le risorse proprie dell’UE.
L’iniziativa dei cittadini europei non prevede un modello esplicito di tassazione, ma propone esempi. Uno degli esempi è quello dell’individuazione dell’1% della popolazione in termini di ricchezza. «Per far parte del top-1% dell’Unione Europea», si legge sul sito ufficiale dell’iniziativa, «bisogna possedere un ammontare di ricchezza netta di almeno 2 milioni di euro»
Una possibile proposta sarebbe «un’imposizione progressiva con possibili aliquote marginali dell’1% per lo scaglione 2-8 milioni di euro, 2% per lo scaglione 8 milioni – 1 miliardo di euro, e 3% per lo scaglione oltre 1 miliardo di euro».
Studi empirici hanno dimostrato che, per esempio, in Italia, la pressione fiscale è addirittura regressiva – cioè, diminuisce proporzionalmente – per il top 5% dei ricchi. Questo nonostante l’art. 53 della Costituzione italiana precisi che «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività».
Eppure, quando si parla di tassazione dei grandi patrimoni, la conversazione pubblica viene irrimediabilmente inquinata dalla paura dello stato che «mette le mani nelle tasche degli italiani». I numeri vengono dimenticati. La parola patrimoniale diventa uno spauracchio che, complice il modo in cui viene raccontata dai media, allontana chiunque. Del resto, nei luoghi di potere – non necessariamente politici – del nostro e degli altri paesi europei ci sono persone che sono ricche o che ambiscono a diventarlo o che comunque fanno gli interessi di una ben precisa classe sociale. Quella degli intoccabili.
Serve un milione di firme in un anno (per la precisione, fino all’8 ottobre 2024). Mentre scrivo, l’1 gennaio 2024, ne sono state raccolte meno di un decimo: 98.670. I dati si trovano qui.
L’immagine è stata generata con Dall-E.
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