![Slow News](https://cdn.slow-news.com/wp-content/uploads/2023/03/pallino-rosso-slow-news.jpg)
10 e 25 è un podcast di inchiesta e di storia dedicato alla strage della stazione di Bologna.
A seguito della relazione sul tema presentata a febbraio, la Commissione Europea ha presentato una proposta di legge relativa “al miglioramento e all’applicazione delle condizioni di lavoro dei tirocinanti e alla lotta ai rapporti di lavoro stabili spacciati per tirocini”.
Tra le varie iniziative, figurano:
Contestualmente, è stata presentata una proposta di revisione per quanto riguarda i requisiti minimi stilati nel 2014 dal Consiglio UE: si tratterebbe di linee guida non vincolanti che, se rispettate, garantirebbero di proporre dei tirocini considerati “di qualità” dalla Commissione (ad esempio l’offerta di un impiego post-tirocinio, iniziative di welfare aziendale e così via).
La situazione evidenziata nella relazione risultava infatti piuttosto critica: una delle più grosse criticità era data dalla pratica – diffusissima – dei tirocini non retribuiti, o retribuiti in maniera inadeguata a coprire anche le spese di base. “È una questione di diseguaglianza” ha commentato Eva Lindström, membro della Corte dei conti UE, tra le firmatarie della relazione. Svolgere un tirocinio privo di retribuzione, o retribuito non adeguatamente, è “un lusso” riservato a chi può permetterselo.
Ad oggi non sarebbero stati presentati obblighi per garantire una retribuzione equa e adeguata da parte dei datori di lavoro: tutto ciò che riguarda le retribuzioni sarebbe stato infatti inserito all’interno delle linee guida – che sono né obbligatorie né vincolanti, ma “consigliate”.
In merito si è espresso il Commissario europeo per il Lavoro, Nicolas Schmit, sostenendo che devono essere i singoli Stati membri, con le proprie legislazioni, a vietare i tirocini non retribuiti: per la Commissione Europea, legalmente, questo non è possibile.
10 e 25 è un podcast di inchiesta e di storia dedicato alla strage della stazione di Bologna.
Rokia Traoré è stata condannata, in Belgio, in contumacia e senza la presenza di un avvocato che la rappresentasse. Succede in Europa oggi.
Una propaganda che racconta Putin come Pietro il Grande, l’imperatore assoluto eroe nazionale russo il cui volto è sulle banconote da 500 rubli.