Si sta tenendo a New York la 78esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA), il dibattito generale si tiene tra il 19 e il 26 settembre 2023, alla quale partecipano tutti i capi di Stato e di governo delle nazioni riconosciute dall’ONU.
Tutti o quasi.
Guardando ai leader africani che partecipano alla UNGA 2023 infatti viene da porsi una domanda sul funzionamento dell’Assemblea Generale e sui principi che guidano le Nazioni Unite: di sei paesi africani guidati da giunte militari infatti, soltanto a tre è stato concesso di parlare alla plenaria (Guinea, Sudan e Gabon) mentre altri tre paesi guidati dai soldati (Mali, Burkina Faso e Niger) non sono stati nemmeno autorizzati ad accedere al Palazzo di Vetro, il quartier generale delle Nazioni Unite.
Di fatto, e chissà perché, le Nazioni Unite dividono i golpe in due categorie, quelli “buoni” e quelli “cattivi”: tra i buoni vi è il leader della giunta miliare della Guinea Mamady Doumbouya, il leader della giunta militare del Sudan Abdel Fattah Abdelrahman Burhan e il primo ministro del Gabon Raymond Ndong Sima (nominato da giunta militare). Tra i cattivi invece ci sono Mali, la giunta è guidata da Assimi Goita, Burkina Faso, la giunta è guidata da Ibrahim Traoré, e Niger, la giunta è guidata da Abdourahmane Tiani.