
La cosa che resta di oggi è un fumetto pubblicato dalla Revue nell’estate di quest’anno, nel numero 13. Si intitola La crociata dei bambini.
Intervistato da un podcast del Corriere della Sera dedicato alla decisione di Milano di diventare città a 30 km/h (a cui abbiamo dedicato anche noi la puntata di Slowly del 13 gennaio), l’urbanista Matteo Dondé ha ripetuto dati che, tra chi si occupa di mobilità, si sentono ripetere spesso:
Dei tre punti, i primi due sono evidenti agli occhi di tutti coloro che l’auto in città la usano abitualmente. Quello meno evidente è il terzo, il cui riflesso è un altro, ancora più grave: 93 bambini su 100 vanno a scuola portati in auto dai propri genitori, un fenomeno che alcuni chiamano genitori-taxi e che è drammatico e molto sottovalutato. Ha effetti devastanti sulla vita psicomotoria dei minori e riduce la loro libertà in una maniera insostenibile.
“I bambini di oggi sono rinchiusi a scuola e in casa, rinchiusi in auto a fare la spola tra di loro, rinchiusi dalla paura, dalla sorveglianza e dalla povertà e rinchiusi in rigidi orari”, scriveva una scrittrice inglese nel 2013 (l’ho scovata leggendo Monbiot sul Guardian). Ed è una verità crudele che è il frutto delle nostre scelte e di quelle dei nostri politici e urbanisti nel corso degli ultimi 50 anni.
Uno studio inglese del 2016 ha dimostrato che i bambini di oggi stanno metà del tempo in strada rispetto.a quanto facevano i loro genitori negli anni Settanta. Un altro studio, effettuato da ricercatori dell’Università del Michigan nel 2008, ha rilevato che la quantità media di tempo trascorso dai bambini a giocare all’aperto è diminuito di quasi il 90% tra il 1981 e il 1997: se nel 1997 i bambini trascorrevano in media 7 minuti al giorno giocando all’aperto, nel 1981 quella media era di 45 minuti al giorno.
Perché è importante mettersi nei panni dei più piccoli e usare il loro punto di vista per portare avanti la battaglia civile per riavere delle città a misura di essere umani e non di automobili? Perché funziona. Nel 1971, ad Amsterdam, fu proprio la difesa dei bambini a muovere il gruppo Stop de Kindermoord, che in pochi anni, grazie a una battaglia civile, cambiò radicalmente faccia a quella che oggi è il modello internazionale più famoso quando si parla di città a misura di essere umani.


La cosa che resta di oggi è un fumetto pubblicato dalla Revue nell’estate di quest’anno, nel numero 13. Si intitola La crociata dei bambini.

La cosa che resta di oggi parla di cinema e di politica ed è un manifesto di 23 pagine, pubblicato nel 1969 sulla rivista Tricontinental

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