In Africa fa caldo

Slow News. Il primo progetto italiano di slow journalism.

In Africa fa caldo ed è una notizia.

Da diverse settimane l’Africa occidentale, centrale e meridionale è afflitta da un’anomala ondata di caldo, con temperature massime che ogni giorno superano i 40 gradi centigradi. Qualche esempio: il 12 marzo il servizio meteorologico sudafricano ha detto che a causa delle temperature estreme delle due settimane precedenti è aumentato troppo il consumo di acqua, causando una grave riduzione dei bacini idrici e il razionamento dell’acqua in tutta la città (oltre 5,6 milioni di abitanti). Il 18 marzo il governo del Sud Sudan ha ordinato la chiusura delle scuole per “l’ondata di calore estremo, che si prevede durerà due settimane”, con temperature fino a 45 gradi. Il 4 aprile a Kayes, in Mali, si è registrato il record africano di temperatura per aprile (il cuore della stagione secca, che va da marzo a giugno): 48,5 gradi, ma di notte le temperature non scendono sotto i 30. Tra l’1 e il 4 aprile l’ospedale Gabriel Touré di Bamako, sempre in Mali, ha accolto 102 persone, tutte decedute per colpi di calore: gli obitori di Bamako oggi sono pieni di ultrasessantenni deceduti in seguito al grande caldo. Il 21 aprile il governo del Mali ha graziato 300 detenuti per decongestionare le carceri, dove il caldo aggrava la già difficile situazione dovuta al sovraffollamento. In Costa d’Avorio il caldo ridurrà la produzione di cacao del 25% e anche il Ghana ha detto che il raccolto di cacao di quest’anno sarà almeno un 20% inferiore a quello dell’anno scorso. Il 17 aprile l’Autorità generale di meteorologia dell’Egitto ha allertato la cittadinanza del consistente aumento della temperatura, in tutto il Paese.

Dall’altro lato del continente la situazione è invece rovesciata: piove troppo. Il 9 aprile, le forti piogge che hanno seguito l’ondata di calore in Sudafrica hanno causato danni ingenti, incidenti e sradicato 108 alberi. Il meteo sul Corno d’Africa restituisce previsioni preoccupanti tra questo aprile e il prossimo giugno e il Mozambico è finito sott’acqua per due volte negli ultimi 15 giorni. Ma oltre alle piogge, il Centro di previsione e applicazioni climatiche (ICPAC) dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) ha detto che la regione avrà anche temperature più calde del normale durante quel periodo: “In tutta la regione si registrano temperature più calde del solito. Le probabilità più alte sono indicate in Sudan, Eritrea, Gibuti, Etiopia e nelle parti costiere di Somalia, Kenya e Tanzania”. Siccità seguita da alluvioni seguite da siccità seguita da alluvioni e così via: secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), 479 persone sono morte e più di 5,2 milioni sono state colpite dalle inondazioni causate dalle piogge tra ottobre e dicembre 2023 in Kenya, Somalia, Uganda, Burundi e Etiopia.

Cose che restano

Cose che meritano di non essere perse nel rumore di fondo della rete, che parlano di oggi e che durano per sempre
  • Video
    Video
    3 giorni fa
    Il tie-break del secolo

    La cosa che resta di oggi è una cosa tutto sommato “leggera”, anche se si tratta di venti minuti abbondanti di colpi pesantissimi, giocati il 5 luglio del 1980 tra due icone della storia del tennis sul Centre Court di Wimbledon. Da una parte c’era Bjorn Borg, 24 anni, svedese, glaciale e impeccabile, dall’altra John […]

  • Libro
    Libro
    4 giorni fa
    Oltre il porno maschilista

    Di fronte al provvedimento che obbliga la verifica dell’età a chi naviga su un sito porno, forse invece di censurare è il momento di chiedersi che cosa sia il porno

  • Fumetto
    Fumetto
    5 giorni fa
    La crociata dei bambini

    La cosa che resta di oggi è un fumetto pubblicato dalla Revue nell’estate di quest’anno, nel numero 13. Si intitola La crociata dei bambini.

Leggi tutte le cose che restano