
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
Ci è voluto un anno di troppo, costato 98 milioni, ma alla fine è successo: il 21 dicembre 2023, la Bulgaria ha ricevuto l’approvazione della Commissione Ue per ricevere gli 1.2 miliardi del Just Transition Fund, il fondo di coesione per aiutare le regioni europee più colpite dalla transizione energetica.
Si tratta di risorse fondamentali per il Paese, ancora molto dipendente dal carbone, e che hanno rischiato di andare completamente in fumo. La Bulgaria è infatti stata l’unico stato Ue a non aver definito entro fine 2022 il piano di spesa del JTF, necessario per accedere al fondo, perdendo così 98 milioni di euro del budget iniziale di 1.3 miliardi. Senza l’approvazione di questo documento entro il 2023, ne avrebbe persi altri 800 milioni.
Ora il piano c’è e, in teoria, anche i soldi per dare un futuro diverso alle migliaia di lavoratori della filiera del carbone. In pratica però, la maggior parte del JTF va spesa entro fine 2026, fatto non scontato considerando il ritardo già accumulato dalla Bulgaria. Del resto, la sfida contro il tempo per la “giusta” transizione energetica riguarda tutta Europa, come abbiamo spiegato qui. E anche in Italia, come stiamo raccontando nella serie Il Cammino del Sulcis, non siamo esattamente puntuali.
Foto: Pixabay
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
Ritrae mille mila bici che percorrono libere e sicure uno spazio che di solito è pericoloso e proibito a chi non è in automobile ed è una cosa che dovremmo rifare dovunque.
La cosa che vogliamo che resti di oggi, venerdì 3 ottobre 2025, è un testo effimero che tra meno di 24 ore sparirà, scritto dal cantante torinese Andrea Lazslo De Simone
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