
A Roma attaccano la politica della mobilità del Comune come “ideologica”, ma non c’è nulla di più anti ideologico e fattuale del fatto che le auto sono il traffico e che per vivere meglio in città dobbiamo usarle il meno possibile
C’è il giovane che intervista dei braccianti sfruttati per 3 euro l’ora, ma prova rabbia anziché empatia, perché loro almeno sono pagati. C’è la giornalista che cambia città per poter lavorare in redazione, poi scopre che sarà lasciata a casa, a meno di una settimana dall’inizio del nuovo contratto. C’è il reporter che si fa un po’ di carcere durante un servizio in Medio Oriente, a 21 anni, e poi non viene retribuito perché, dai, “ti stiamo insegnando un mestiere”.
Queste non sono le storie gag de La Smonta, la nostra Boris del giornalismo italiano, che comunque è fin troppo realistica. Sono casi reali raccontati in Come ti senti?, l’enorme lavoro d’inchiesta di Alice Facchini per IrpiMedia sulla salute mentale dei giornalisti freelance in Italia.
Stress (87%), ansia (73%), senso di inadeguatezza (68%) sono i principali disturbi dichiarati dai 558 giornalisti che hanno partecipato all’inchiesta. Al di là della raccolta dati, che non ha la pretesa di essere scientifica o esaustiva, Come ti senti? ha il merito di far luce sulle forme di disagio di tutti quei precari che spesso raccontano storie di precarietà altrui, ma mai vengono raccontati: lo sfruttamento, i ritmi frenetici, i rischi sul campo, le discriminazioni di genere e tutte le ingiustizie accettate per mancanza di alternative o sacrificio in nome della “missione” giornalistica.
Se ti interessa sapere cosa c’è dietro Come ti senti?, ne abbiamo parlato direttamente con Alice Facchini ad un incontro degli ultimi Slow News Days, che puoi recuperare qui.
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L’immagine è realizzata con Midjourney.


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