Ottavia Piana è una speleologa. Siccome, mappando il sottosuolo nell’ambito di un lungo progetto, è rimasta bloccata in una grotta per la seconda volta, lo sport principale dei commentatori da divano è diventato criticare l’opportunità che il soccorso a Piana sia “a carico dei contribuenti” (e ovviamente anche le sue competenze, le sue motivazioni e […]
Cannabis e amnistia
In occasione dell’anniversario della rivoluzione del re e del popolo, il re Mohammed VI del Marocco ha graziato 4.831 persone condannate, processate o ricercate in casi legati alla coltivazione di cannabis.
“È un’iniziativa eccezionale, che consentirà ai coltivatori e alle loro famiglie di vivere serenamente e di partecipare alla nuova dinamica della legalizzazione”, ha detto all’AFP il direttore dell’Agenzia marocchina per la regolamentazione della cannabis (ANRAC). Primo produttore al mondo secondo l’ONU, il Marocco ha avviato nel 2021 una strategia di legalizzazione della cannabis a scopo medico e industriale: oggi è legale la sua coltivazione e la sua commercializzazione in tre province della regione del Rif, dove l’attività esiste (e resiste) da secoli, con l’obiettivo non solo di contrastare il traffico illegale ma anche di inserirsi in una nuova dinamica globale di legalizzazione della sostanza, con sbocchi economici importanti per le casse pubbliche, posizionandosi come un attore importante sul mercato globale della cannabis.
Sulla cannabis il Marocco sta scrivendo la storia, come ho già sottolineato in questo breve articolo: il primo raccolto legale di cannabis prodotta in Marocco è stato di 294 tonnellate, nel 2023, e proviene tutto dalle 32 cooperative che riuniscono e rappresentano 430 agricoltori su 277 ettari di coltivazioni nelle zone montuose settentrionali del Rif di Al Houceima, Taounat e Chefchaouen. Quest’anno l’ANRAC sta esaminando la richiesta di 1.500 nuovi agricoltori che si sono organizzati in 130 cooperative per produrre cannabis destinata all’industria farmaceutica. La coltivazione della varietà autoctona locale, resistente alla siccità e conosciuta come Beldia, è iniziata a marzo. Finora sono operative due unità di trasformazione della cannabis legale e altre due sono in attesa di attrezzature, mentre 15 prodotti a base di cannabis sono in fase di autorizzazione per l’uso medicinale. Il Marocco sta anche cercando di attingere a un mercato globale in crescita per la cannabis legale e lo scorso anno ha concesso 54 permessi di esportazione.
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