C’era una volta il Picco
L’automobile non sarà eterna, anzi è già in crisi e ormai ha raggiunto il suo picco da più di 15 anni.
Nell’ultimo secolo, le auto hanno occupato il nostro tempo, il nostro spazio e persino il nostro immaginario.
La realtà in cui viviamo non assomiglia per niente a quella promessa dal sogno di libertà che per decenni l’industria dell’auto ci ha instillato attraverso la più grande e costosa campagna di comunicazione e marketing della storia umana.
Il risultato ce l’abbiamo davanti agli occhi ogni giorno: traffico, incidenti, inquinamento e dipendenza totale dalle auto. È la vittoria del Realismo automobilista, ovvero di quella realtà finta, che esiste solo nella nostra immaginazione e che ci è stata inculcata attraverso decenni di comunicazione, marketing e politica finanziati dall’intero comparto a suoni di miliardi di euro.
Le auto però non sono eterne e forse la loro fine è molto più vicina di quel che pensiamo. Per questo bisogna disinnescare il loro mito e costruire al più presto un’alternativa, partendo dalla testa.
L’automobile non sarà eterna, anzi è già in crisi e ormai ha raggiunto il suo picco da più di 15 anni.
Il raccont che l’auto porta con sé da decenni con il reale non c’entra nulla, esiste solo nella nostra testa e ci rende schiavi.
Il Realismo Automobilista è di fronte a un bivio: restaurazione o morte. E l’arma a sua disposizione è sempre la stessa: il ricatto.
Le conseguenze e i paradossi dell’ideologia automobilista sono note da tempo. Nel 1973 André Gorz le raccontava così.
Il lockdown poteva essere l’occasione per ripensare tutto, ma l’abbiamo persa
Malgrado la crisi climatica, energetica ed economica ci inducano a trovare modelli alternativi, in Italia l’auto resta una religione