Prima di darlo per scontato, che l’Agenda 2030 non sia al centro della copertura giornalistica tradizionale, abbiamo provato a farci aiutare dalle persone che sosostengono Slow News, i member della nostra comunità. Stiamo parlando di persone che si informano attivamente e che, altrettanto attivamente, provano a fare la loro parte per costruire un mondo migliore: sono persone che hanno anche la fortuna di potersi impegnare in questo tipo di pensieri. Non è così per chiunque.
Ebbene, quel che emerge è che, nel nostro sondaggio (non rappresentativo, ma comunque interessante visto il tipo di persone a cui è stato proposto), nessuna risposta lasciava intendere «so bene cos’è l’Agenda 2030 e mi sembra che le testate che seguo spingano all’azione».
E se non ci basta nemmeno questo piccolo esempio, allora cercare “Agenda 2030” su Google News diventerà più che sufficiente per convincersene.
Non è una nostra sensazione, insomma: l’Agenda 2030 è fuori dalla copertura giornalistica tradizionale.
Ci sono tante risposte possibili a questa domanda. Ma una di queste risposte riguarda senz’altro il modo in cui il giornalismo concepisce sé stesso.
Se il giornalismo si occupa di news, cioè di cose successe in un momento preciso nel tempo e nello spazio, su cui possiamo scrivere velocemente pezzi e opinioni, magari con l’obiettivo di catturare un po’ d’attenzione in più, un po’ di click in più, magari con associate polemiche, magagne, situazioni che suscitano reazioni emotive, magari con obiettivi di posizionamento politico, magari un mix di tutte queste cose, be’, allora è assolutamente ovvio che trovare una visione di futuro sia impossibile.
In più, al giornalismo contemporaneo manca, per sua natura, proprio l’approccio olistico, la visione d’insieme.
Si correlano cause e effetti in maniera semplice o semplicistica.
Si raccontano storie che sembrano esistere solo nelle loro bolle e che invece sono profondamente interconnesse con il contesto sociale, economico, culturale, d’istruzione e via dicendo.
Ecco perché l’approccio che proponiamo su Slow News e con Il Mondo Nuovo è un ribaltamento totale di prospettiva.
Diventiamo reporter dal futuro, corrispondenti dall’Agenda del 2030.