Tra AdBlocker e privacy

Magari vi è capitato: a seguito della riproduzione di un video, quest’ultimo veniva bloccato e un relativamente poco amichevole pop-up avvertiva della presenza di un blocker sul proprio browser e che, essendo il suo utilizzo contrario ai Termini e alle Condizioni d’uso della piattaforma, si avevano a disposizione solamente altri due video da guardare.

1 dicembre 2023

Qualche tempo fa YouTube ha iniziato a rilevare la presenza di AdBlocker sui browser degli utilizzatori.

 

Magari vi è capitato: a seguito della riproduzione di un video, quest’ultimo veniva bloccato e un relativamente poco amichevole pop-up avvertiva della presenza di un blocker sul proprio browser e che, essendo il suo utilizzo contrario ai Termini e alle Condizioni d’uso della piattaforma, si avevano a disposizione solamente altri due video da guardare.

 

Non disattivando il blocker, e guardando altri due video, diviene impossibile riprodurne altri fintanto che l’AdBlocker è attivo. Il pop-up, per una esperienza “senza pubblicità”, invita poi a sottoscrivere l’abbonamento a YouTube premium.

 

Perché diciamo questo?

Perché adesso ci si sta chiedendo se questo provvedimento da parte di YouTube non violi la privacy degli utilizzatori, almeno quelli EU.

 

L’accusa arriva da Patrick Breyer, eurodeputato del Partito Pirata tedesco, secondo cui l’uso di script per rilevare eventuali blocchi degli annunci infrangerebbe appunto la privacy dei consumatori.

 

Tutto questo sarebbe stabilito da una direttiva chiamata ePrivacy. L’articolo 5(3) di quest’ultima infatti tutelerebbe le informazioni memorizzate sui dispositivi personali, e Breyer ha chiesto se questa tutela non si estenda ai dati sull’uso di software di blocco degli annunci.

 

Il problema risiede nel fatto che questi script analizzano il comportamento del browser per capire se l’utilizzatore sta bloccando elementi della pagina. Questa pratica sarebbe considerata una forma di accesso non autorizzato ai dati personali, mancando trasparenza e diritto di rifiuto, come accade con i cookie non essenziali.

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