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Come stiamo usando le tecnologie per un lavoro sul 2 agosto 1980
Sapevi che il più grande archivio che si occupa di preservare le pagine internet – ma non solo: anche film, documenti, audio altrimenti introvabili o quasi – non se la sta passando bene per niente?
L’Internet Archive è un’organizzazione non profit che, appunto, si occupa di preservare “la storia di Internet”.
È utile per tanti motivi, ad esempio nel lavoro giornalistico viene spesso usata per “congelare” l’aspetto di alcune pagine Internet per conservarne le versioni prima che vengano modificate.
In questo periodo è stato al centro di alcune battaglie legali per il copyright, che già di per sé stanno creando diversi interrogativi sulla possibilità di mantenere attivo il progetto.
Ma non è l’unico dei suoi problemi. Di recente ha infatti anche subito diversi attacchi informatici.
A fine settembre, il database degli iscritti dell’Internet Archive è stato violato, e i dati di milioni di persone – tra cui e-mail, nomi utente e password criptate – sono stati sottratti.
Poco dopo, un attacco DDoS ha colpito i server dell’archivio, sovraccaricando il sistema con traffico indesiderato e rendendo impossibile l’accesso ai servizi per diverse ore. Sebbene il servizio Wayback Machine sia tornato online, altre funzionalità restano parzialmente compromesse mentre i tecnici sarebbero al lavoro per risolvere il problema.
Questi attacchi mettono in luce, come quanto possa essere fragile la conservazione della storia digitale.
Contrariamente a quanto molti pensano, e a quanto in molti ci hanno fatto credere, i contenuti pubblicati su internet non sono permanenti. Anzi: uno studio del Pew Research Center ha stimato che circa un quarto delle pagine web pubblicate tra il 2013 e il 2023 non sarebbe più accessibile.
L’Internet Archive cerca(va?) di contrastare la perdita di questa enorme mole di dati, salvando quotidianamente migliaia di URL.
Il fondatore dell’Internet Archive, Brewster Kahle, ha spesso descritto l’organizzazione come una sorta di nuova “Biblioteca di Alessandria” digitale, destinata a preservare il sapere online per le generazioni future.
Tuttavia, anche questa biblioteca digitale sembra fragile, nonostante tutto.
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