Hai Tumblr? WordPress? Dì cheese!

8 marzo 2024

Automattic, la società che possiede Tumblr (sì, esiste ancora e lotta insieme a noi) e WordPress.com, starebbe negoziando accordi con OpenAI e Midjourney per permettere a queste aziende di fare scraping sui contenuti pubblicati sulle sue piattaforme.
In parole povere?

Usare i post di chi quelle piattaforme le popola per addestrare i loro modelli di intelligenza artificiale. Ovviamente, con la possibilità di monetizzare questa operazione.

 

Secondo un’indagine di 404 Media, la trattativa sarebbe già in fase avanzata e prevederebbe l’introduzione di un’opzione che consente di scegliere se fornire o meno i propri dati a terze parti, inclusi fornitori di IA.

Una scelta di trasparenza, almeno in apparenza.

 

Il problema? Automattic avrebbe già effettuato un dump iniziale, ovvero una raccolta massiva di dati pubblici pubblicati su Tumblr tra il 2014 e il 2023. E

non solo: sembra che in questo set di dati ci siano anche contenuti che, per errore o per negligenza, non avrebbero dovuto essere pubblicamente accessibili. Post e foto che i proprietari avevano impostato come privati, in sostanza, per un motivo o per l’altro.

 

Automattic ha dichiarato di voler garantire maggiore controllo, bloccando di default i crawler delle principali piattaforme di IA e aggiornando regolarmente questa lista nera. Inoltre, ha promesso che condividerà esclusivamente contenuti pubblici da WordPress.com e Tumblr, escludendo esplicitamente i siti e gli utenti che decidono di non partecipare. Inoltre ogni collaborazione con aziende di IA sarà basata su principi di attribuzione, possibilità di opt-out e controllo per gli utenti.

 

Ma queste rassicurazioni non sembrano bastare, soprattutto alla comunità creativa che da anni anima Tumblr. ù

Gli artisti e i creativi, che già si sentono minacciati dall’uso delle loro opere per addestrare modelli di IA, vedono questa mossa come un altro “tradimento”.

Il contesto in cui ci troviamo non aiuta. Anche piattaforme come DeviantArt, la “casa virtuale” per eccellenza di artisti e creativi, è finita sotto accusa per aver “venduto” i dati e le creazioni degli utilizzatori per foraggiare le intelligenze artificiali.

 

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