L’intelligenza artificiale per raccontare la strage di Bologna
Come stiamo usando le tecnologie per un lavoro sul 2 agosto 1980
“Chiedi a un creator di successo qualsiasi sul web come ha iniziato, e quasi sicuramente ti racconterà questa storia: era un emarginat*, il ragazzo strano o la ragazza strana della scuola… ma poi ha scoperto il web”.
“Chiedi a un creator di successo qualsiasi sul web come ha iniziato, e quasi sicuramente ti racconterà questa storia: era un emarginat*, il ragazzo strano o la ragazza strana della scuola… ma poi ha scoperto il web”.
Inizia così un bell’articolo di Embedded sulla gentrificazione del web.
In effetti possiamo dire senza sbagliare più di tanto che i nerd siano stati i primi pionieri del web di massa, i primi influencer se vogliamo, quando la parola ancora non esisteva. Nelle mailing list, sui forum, i blog e quant’altro, c’erano le personalità che spiccavano sulle altre, con più seguito degli altri.
E lo usavano per passione, senza secondi fini: l’obiettivo era condividere, discutere, e trovare altri che amavano le stesse cose. La maggior parte di loro non cercava approvazione né desiderava fama; il web era un rifugio, un luogo dove non serviva essere “alla moda”.
Ma con il tempo, tutto è cambiato. Il web è diventato mainstream, e con l’arrivo delle piattaforme social, anche il modo di fare contenuti si è trasformato. Non si trattava più di condividere passioni comuni: improvvisamente c’erano soldi in gioco, e chi aveva i mezzi per investirci poteva ottenere visibilità e crescere rapidamente.
I contenuti hanno iniziato a somigliarsi tutti, perdendo quella spontaneità e autenticità che aveva caratterizzato il web delle origini.
Oggi, molti dei creator di punta del web non vengono dal mondo degli “outsider.”
Non sono gli emarginati o i tipi strani della scuola; spesso, sono quelli che già se la cavavano piuttosto bene offline. E, ora, questi nuovi creator occupano uno spazio online che è stato costruito per loro da chi veniva prima: da quei nerd che hanno combattuto per la legittimità del web, senza nemmeno sospettare che un giorno quel loro angolo di mondo sarebbe diventato una vetrina patinata, dove tutto sembra identico e calibrato per accumulare like.
Non è che non esistano più creator autentici. Ne esistono, eccome, ma è sempre più difficile trovarli. Oggi, per emergere, devi adattarti a una sorta di “stile influencer” standardizzato, una monotonia patinata che spinge chiunque a raccontare le stesse storie, fare le stesse mosse, indossare lo stesso sorriso perfetto davanti alla fotocamera.
Et-voilà: ecco come ti gentrifico il web.
Forse è un po’ amaro, ma chi è arrivato dopo non ha dovuto combattere per la propria voce: il terreno era già pronto, spianato da chi, all’inizio, è stato deriso, ma ha continuato a credere in un’idea di internet libera, strana, unica. Che adesso si è persa quasi del tutto.
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