
L’umiliazione e la bullizzazione sistematica del nemico sono armi politiche pericolose che appaiono sistematicamente nella storia dei conflitti, come ora a Gaza
Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal sono i cinque nuovi Paesi entrati tra le priorità del Piano Mattei nel 2025. Questi nuovi Paesi entrano a far parte del primo gruppo dei nove: Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto, Costa d’Avorio, Repubblica del Congo, Mozambico, Kenya, Etiopia.
“Ora ci attendono le sfide del 2025 che sono internazionalizzare ed europeizzare il Piano, ma abbiamo cominciato a farlo già col G7. Vogliamo mettere insieme il lavoro fatto dall’Italia con gli altri strumenti disponibili dell’Ue. Mettere in relazione il nostro piano con gli altri” ha spiegato nella Conferenza stampa di inizio anno la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dando la notizia di questi nuovi cinque paesi “prioritari” nel Piano Mattei.
Su Africa&Affari trovi una sintesi esaustiva dei progetti selezionati in questi cinque Paesi. Nelle prossime settimane saranno annunciati gli specifici progetti nei singoli paesi.
Di Piano Mattei ho scritto molto, qui trovi l’intero archivio del lavoro prodotto su Slow News. Perché? Perché l’Africa è un orizzonte importante ma che continuiamo sostanzialmente a ignorare. E che, proprio per questo, è protagonista qui su Slow News: nel corso dell’ultimo anno ho studiato molto, viaggiato e lavorato per capire contorni, sostanza e concretezza del Piano Mattei, sul quale ho molte riserve. Ma va scritta una cosa: con chiunque ne parli (nel mondo delle imprese e nella bolla delle istituzioni), in Africa, suscita interesse. E questo è un dato da mettere da parte.
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Oggi sono morte delle persone, ma la tragedia degli sfratti è quotidiana e invisibile, è fatta di debiti, sgomberi e vite segnate che non fanno notizia
I confini — il Novecento, le generazioni, le nazioni — servono per muoverci nel mondo, ma non sono il mondo. Non sono da difendere, sono da superare
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