
Una delle cose che restano più dure e necessarie che abbiamo scelto in questa rubrica: non solo vale la pena di essere visto, ma ha bisogno di ognuno di noi per diffondersi
Abbiamo già parlato della storia della bidella pendolare (ormai s’è ripetuto talmente tanto da aver quasi perso di senso), e in particolare della dinamica del framing nel giornalismo italiano, che romanticizza e glorifica una retorica del lavoro basata sul sacrificio in nome della produttività. Mattia Marasti, su Valigia Blu, fa un passo più in là, per uscire dalla cornice (dal frame) e per vedere tutta la miseria che, in Italia, sta intorno al tema del lavoro.
L’Italia è al terzo posto in Europa per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, al 7,8 per cento. La crescita dei salari è minore rispetto a quella di paesi come Francia e Germania. Delle direttive chiare, precise e che garantiscano uno stile di vita dignitoso sul salario minimo sembrano essere ancora utopia, figurarsi un reddito di base universale.
Al di là della veridicità o meno di alcune vicende di questo stampo – che spesso, se non direttamente false, vengono raccontate omettendo dati importanti e significativi -, “l’anti-eroe stacanovista”, come lo definisce Marasti, sembra essere più che altro uno specchietto per le allodole per distrarci e non farci cogliere i limiti e i difetti enormi del sistema in cui viviamo.
La strategia sembra essere chiara: per non puntare il dito verso il datore di lavoro che pretende di pagare un dipendente due euro l’ora, si dà del fannullone a chi rifiuta di stare a queste assurde regole del gioco.
23 gennaio 2023


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