La retorica che nasconde la miseria

Abbiamo già parlato della storia della bidella pendolare (ormai s’è ripetuto talmente tanto da aver quasi perso di senso), e in particolare della dinamica del framing nel giornalismo italiano, che romanticizza e glorifica una retorica del lavoro basata sul sacrificio in nome della produttività. Mattia Marasti, su Valigia Blu, fa un passo più in là, per uscire dalla cornice (dal frame) e per vedere tutta la miseria che, in Italia, sta intorno al tema del lavoro.

L’Italia è al terzo posto in Europa per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, al 7,8 per cento. La crescita dei salari è minore rispetto a quella di paesi come Francia e Germania. Delle direttive chiare, precise e che garantiscano uno stile di vita dignitoso sul salario minimo sembrano essere ancora utopia, figurarsi un reddito di base universale.

Al di là della veridicità o meno di alcune vicende di questo stampo – che spesso, se non direttamente false, vengono raccontate omettendo dati importanti e significativi -, “l’anti-eroe stacanovista”, come lo definisce Marasti, sembra essere più che altro uno specchietto per le allodole per distrarci e non farci cogliere i limiti e i difetti enormi del sistema in cui viviamo.

La strategia sembra essere chiara: per non puntare il dito verso il datore di lavoro che pretende di pagare un dipendente due euro l’ora, si dà del fannullone a chi rifiuta di stare a queste assurde regole del gioco.

Francesca Menta
Francesca Menta
un anno fa

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Ultimo aggiornamento 3 giorni fa
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