Piano Mattei: normalizzata la dittatura eritrea

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Il primo obiettivo del Piano Mattei è stato gloriosamente raggiunto: l’Italia ha restituito la verginità a uno dei peggiori tiranni del pianeta, l’eritreo Isaias Afewerki: “Nessun accenno alla disastrosa situazione dei diritti umani. Evidentemente, il Piano Mattei non li contempla” ci ha detto telegraficamente Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Nei giorni scorsi si è svolta in Eritrea una missione del ministro delle imprese e del made in Italy del governo Meloni, Adolfo Urso, che è stato accompagnato nel suo viaggio da Enel, Fincantieri, Ferrovie dello Stato, Bonifiche Ferraresi e dal responsabile della telemedicina del Policlinico Gemelli. Durante l’incontro con Afewerki, il presidente eritreo ha elogiato “gli storici legami bilaterali” e secondo una nota stampa ufficiale del governo eritreo (l’unico organo di informazione esistente nel Paese sono le note stampa governative) “ha approfondito il potenziale e le prospettive degli investimenti italiani graduali in diversi settori” citando energia, infrastrutture fisiche e porti, pesca e agricoltura, manifatturiero finalizzato all’export, infrastrutture idriche. Vale la pena ricordare che già oggi l’Italia è il secondo maggior fornitore per l’Eritrea e il nono mercato di destinazione per l’export eritreo. Adolfo Urso, da parte sua, ha detto che questa missione in Eritrea costituisce il seguito della riunione su cooperazione e investimenti avuta dal presidente Isaias Afwerki con la prima ministra Georgia Meloni durante il vertice Italia-Africa, tenutosi a gennaio a Roma.

Ho letto questo interessante pezzo sul manifesto che secondo me fa bene il punto della questione.

La missione di Urso si inserisce in un contesto più ampio di normalizzazione della sanguinaria dittatura africana: il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, intervistato da Agenzia Nova, aveva confessato il suo “sogno nel cassetto”: fare in modo che l’Italia diventi “il primo Paese occidentale a concludere un accordo almeno biennale di cooperazione con l’Eritrea, Paese che” (guarda un po’) “vive una fase di isolamento internazionale”.

Di fronte alle immagini di Vladimir Putin in visita a Pyongyang da Kim Jong Un abbiamo probabilmente tutti pensato che tra simili ci si riconosce. Con Urso non è successa la stessa cosa, eppure… prova a fare questo esperimento su Google: scrivi “Eritrea Corea” e vedi che risultati escono fuori.

Secondo te, è opportuno normalizzare le relazioni con uno stato canaglia del genere?

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