Sta facendo discutere molto la decisione dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) di imporre ai siti pornografici l’obbligo di verificare la maggiore età degli utenti, ma se la maggior parte dei media si concentra sull’assurdità del provvedimento, quasi nessuno si preoccupa di cosa ci sia dentro quei siti. Nessuno si sta chiedendo che cosa sia, oggi, la pornografia.
La risposta a quella domanda quasi sempre rivela i retaggi di una cultura impregnata di sessuofobia, senso di colpa piccolo borghese, ma soprattutto maschilismo. Il porno online, difatti, come tutta la pornografia mainstream su ogni canale, riflette e rappresenta un unico punto di vista sulla sessualità, quello maschile e tendenzialmente eterosessuale, anche quando parla di omosessualità.
La cosa che resta di oggi voleva essere un libro scritto nel 2003 da Éloïse Delsart sotto il nome d’arte di Ovidie, la prima pornostar femminista, si intitola Porno Manifesto – Storia di una passione proibita ed è stato pubblicato in Italia nel 2007 da Baldini&Castoldi.
Alla base del libro di Ovidie c’è un concetto molto potente e prezioso: la lotta contro la censura e per la lbertà di autodeterminazione: «Il primo compito del femminismo in quanto movimento di liberazione è quello di lottare contro ogni forma di censura, in particolare contro quelle espresse per proteggere le donne. La censura è un ostacolo alla libertà. Non è un ideale femminista», si legge in Porno Manifesto.
Purtroppo non abbiamo trovato una versione fruibile online di questo libro, quindi vi suggeriamo altre due cose, per farvi venire voglia di indagare questo tema in un modo diverso dal solito.
La prima cosa è un articolo pubblicato sul Manifesto nel 2023 da Silvia Corti, in arte Slavina, intitolato Non lasciamo il porno ai maschilisti. La seconda è un libro di Valentine aka Fluida Wolf, si intitola Post porno, l’ha pubblicato nel 2020 Eris e puoi leggere l’introduzione qui.
Il libro di Ovidie, invece, lo puoi trovare in vendita o in molte biblioteche italiane.