Si chiama Misura di Inclusione Attiva e già dal nome (acronimo incluso, MIA) contiene tutto quel che deve contenere: lo specchietto per le allodole dell’inclusione, l’idea che le persone debbano attivarsi (fannullone! Cosa aspettate a trovarvi un lavoro?) e l’idea della responsabilità individuale.
Se non bastasse il nome, però, ci sono anche i requisiti, secondo le bozze che circolano (Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Linkiesta) e le consuete indiscrezioni:
- scenderebbe il tetto ISEE
- scenderebbe l’importo (con una differenza tra occupabili e non occupabili)
- diminuirebbe il tempo di erogazione
- aumenterebbe il tempo che deve passare tra la prima e la seconda domanda, tra la seconda e la terza
I condizionali si trasformeranno presto in indicativi, salvo sorprese.
La guerra ai poveri continua.