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Chi pensa alle vittime della Giustizia?
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Tra il 1991 e il 2021 sono stati 30.231 casi di errore giudiziario in Italia per i quali delle persone sono state messe in carcere ingiustamente, una media di poco meno di 1.000 casi ogni anno. Significa che tre persone, ogni giorno, subiscono un errore giudiziario o, peggio, vengono prese in custodia dallo Stato e portate in carcere da innocenti. I dati sono di ErroriGiudiziari.com
Questa cosa rappresenta una spesa enorme per lo Stato, che ogni anno versa quasi 29 milioni di euro di indennizzi a chi viene riconosciuto vittima di errore giudiziario. L’iter è incredibile: una volta scarcerati e assolti, magari dopo un periodo di custodia cautelare oltremodo lungo, l’innocente ingiustamente detenuto può fare ricorso con il proprio avvocato e portare lo Stato in tribunale che, in un lasso di tempo di circa altri tre/quattro anni, gli riconoscerà come indennizzo una certa cifra per ogni giorno di ingiusta detenzione (in carcere o ai domiciliari). Indennizzo che potrebbe, tra l’altro, variare a seconda della Corte d’Appello chiamata a decidere e che, in media, è di poco superiore ai 30.000 euro per ogni vittima. Un procedimento che ha un costo per la vittima di errore giudiziario, sia in termini economici che di tempo, e che ci porta ad un’amara considerazione: se sono circa 1.000 i casi di errore giudiziario giudicati tali ogni anno, quanti sono quei casi di errore giudiziario per cui la vittima preferisce semplicemente gettarsi alle spalle quella brutta esperienza, magari perché migrante, povero o semplicemente perché ignorante dei suoi diritti?
Secondo l’Osservatorio per gli errori giudiziari dell’Unione delle camere penali italiane uno dei problemi è il ricorso alla custodia cautelare: a Milano, dove un arrestato su tre finisce in carcere e in generale il 69% degli arrestati finisce in custodia (carcere, domiciliari o struttura di cura): il 10% di questi procedimenti si concluderà con un’assoluzione. Dal 1991 ad oggi lo Stato ha speso quasi 820 milioni di euro di indennizzi.
Il problema è anche europeo: il tema dell’errore giudiziario non è mai stato oggetto di un dibattito nelle istituzioni politiche europee e infatti non vi è allineamento sulle politiche risarcitorie previste dai vari Stati dell’Unione Europea, come se la libertà personale avesse valori differenti a seconda della nazionalità della vittima.
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