Agricoltori e Ultima generazione: c’è protesta e protesta

Slow News. Il primo progetto italiano di slow journalism.

Non si è visto nessun editoriale, in giro, scritto da maschi bianchi benestanti e benpensanti, che insegnino agli agricoltori come si protesta.
Non mi pare che ci siano politici che siano intervenuti a stigmatizzarli. Gli agricoltori saranno ospiti di Amadeus al Festival di Sanremo.
Ha senso: il dissenso è parte integrante della democrazia e le modalità.

Tuttavia, viene spontaneo pensare a quel che succede, invece, per gli attivisti di Ultima Generazione: la loro protesta è stigmatizzata. Non devono osare bloccare le strade. Imbrattare vetri protettivi è raccontato come se ci fosse un attacco all’arte. Un collega di Fanpage ha chiesto ad Amadeus se ospiterebbe anche gli attivisti di Ultima Generazione. Il conduttore ci ha girato intorno, dicendo addirittura di non saper nulla di chi, politicamente, appoggi la protesta degli agricoltori. Ma la risposta sintetica è: «No». No, non ci saranno, quelli di Ultima Generazione.

Perché questa differenza di trattamento? Per tanti motivi. A Sanremo potrebbe pesare il fatto che ENI è sponsor? In politica che certe proteste vanno meglio delle altre: magari c’entrano determinate agende e di nuovo le industrie del fossile? Sui giornali probabilmente pesano di nuovo gli sponsor e poi quel pensiero dominante della cultura lavorista. Del resto, lo stesso Amadeus dice che la protesta degli agricoltori riguarda la terra, il lavoro.
Solo che senza un piano per la crisi climatica, di quale terra da coltivare e di quale lavoro parleremo? Questi due pesi diversi rispetto a due proteste molto diverse raccontano lo stallo delle democrazie occidentali.

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