Un piano B per Taranto
Schiacciata tra la crisi dell’ex Ilva e la transizione energetica, Taranto ha bisogno di un piano B alla monocultura dell’acciaio. I 796 milioni di euro del Just Transition Fund possono aiutare la riconversione del territorio
Taranto ha un’occasione da 796 milioni di euro per cambiare pelle e non dipendere più dall’ex Ilva. Come la sta usando?
Acciaio e carbone sono le radici dell’Unione Europea. A Taranto, sono ancora il presente della comunità, la principale fonte di lavoro a costo della salute dei cittadini e dell’ambiente.
In tempi di decarbonizzazione, la città ha l’opportunità di cambiare pelle: il nuovo fondo di coesione Ue Just Transition Fund dà alla provincia di Taranto quasi 800 milioni di euro per progettare un futuro diverso dalla monocultura dell’acciaio.
Ma finora, a quasi due anni dalla partenza del programma JTF, l’occasione sta venendo sprecata.
In copertina: l’ex Ilva vista dal quartiere Tamburi, Taranto. Foto di Matteo Barsantini
Schiacciata tra la crisi dell’ex Ilva e la transizione energetica, Taranto ha bisogno di un piano B alla monocultura dell’acciaio. I 796 milioni di euro del Just Transition Fund possono aiutare la riconversione del territorio
Come saranno spesi i quasi 800 milioni del Just Transition Fund? Finora sono note alcune (vaghe) idee di progetti, tra cui piantare alberi per bonificare i terreni e assorbire CO2. Tra i tarantini, l’ottimismo è poco.
Il rischio c’è. Raccontare il programma Just Transition Fund a Taranto, finora, vuol dire documentare un vuoto. E il tempo per spendere i fondi è sempre meno.