Il femminismo arabo: radicale, aperto e internazionale
Ad accomunare le attiviste britanniche ed egiziane, il desiderio di non essere più considerate come presenze invisibili e ingombranti.
Una femminista si ribella all’idea che esistano dei ruoli prestabiliti da una società patriarcale, per cui ai maschi spettano dei compiti e delle responsabilità, alle donne altre.
Una femminista si ribella all’idea che esistano dei ruoli prestabiliti da una società patriarcale, per cui ai maschi spettano dei compiti e delle responsabilità, alle donne altre.
Ad accomunare le attiviste britanniche ed egiziane, il desiderio di non essere più considerate come presenze invisibili e ingombranti.
Si tratta di pratiche di polizia che consentono controlli preventivi mirati a persone di etnie considerate “a rischio”.
Un’intervista con l’autrice di Perché non sono femminista?, l’attivista statunitense Jessa Crispin
Dal 3 luglio 2018 il sindaco della capitale della Tunisia è, per la prima volta, una donna: Souad Abderrahim.
Ad oltre sei mesi di distanza dai primi articoli sul caso Weinstein pubblicati sui giornali americani, il tema sembra scivolato via dall’agenda del giornalismo italiano.