L’impero africano dei Wagner ora è dello Stato russo

Mosca sta completando il riassetto dei Wagner in Africa: da potente società privata a servizio del ministero della Difesa.

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L’impero africano che è stato di Evgenij Viktorovič Prigožin appartiene ora allo Stato russo.

 

È questo il senso dei viaggi africani del potente viceministro della difesa russo Yunus-bek Yevkurov e del generale Andrei Averyanov, a capo dell’agenzia di intelligence militare russa GRU, nel settembre 2023. A inizio mese i due hanno visitato Bangui, in Repubblica Centrafricana, dove il gruppo mercenario Wagner ha il suo quartier generale africano nel palazzo che fu dell’ultimo “imperatore d’Africa” Bokassa I, ma anche Bamako, in Mali, e Ouagadougou, in Burkina Faso. Il 20 settembre sono stati avvistati anche a Bengasi, nella Libia orientale in mano al generale Haftar. In Mali, dove il gruppo Wagner è presente dal colpo di Stato del 2020 ufficialmente con degli istruttori militari, i due funzionari russi hanno incontrato i leader della giunta al potere e lo stesso è avvenuto in Burkina Faso, dove i Wagner non sono presenti ma hanno proposto i loro servigi sin dal giorno uno del golpe militare del settembre 2022.

 

Pochi giorni dopo la visita dei due russi in Mali e Burkina Faso le giunte militari, assieme a quella che ha preso il potere il Niger, hanno firmato la Carta Liptako-Gourma, che istituisce l’Alleanza del Sahel, un gruppo tripartito con due obiettivi principali: contrastare il terrorismo islamista che controlla tra il 70 e l’80% del loro territorio e fare da contraltare alle forze della NATO e delle Nazioni Unite nella regione.

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Il leader della giunta militare in Burkina Faso Ibrahim Traoré e il viceministro della difesa russo Yunus-bek Yevkurov, 16 settembre 2023. Foto, Presidenza del Burkina Faso

A Bangui invece, Yevkurov e Averyanov hanno avuto gli incontri più importanti sotto il profilo politico ed economico. In Centrafrica infatti sono presenti, da anni, almeno 1.000 uomini di Wagner, ma gli interessi del gruppo russo vanno molto oltre la sicurezza. Il governo centrafricano infatti non riuscirebbe a sostenere economicamente i servizi dei Wagner (che valgono oltre 40 milioni di franchi a settimana, circa 60.000 euro), ufficialmente istruttori delle Forze Armate grazie a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU del 2017, ragion per cui ha garantito al gruppo l’accesso alle risorse del Paese, in particolare diamanti e legname. Ma non solo: il gruppo Wagner in Repubblica Centrafricana produce vodka e birra, apre supermercati, offre consulenze strategiche al governo in materia di geopolitica e sicurezza. Questo Paese africano, vastissimo ma di appena 5 milioni di abitanti, è stato letteralmente rimodellato, nella sua economia, dalla presenza di Wagner: arrivati nel 2018, i mercenari russi hanno respinto l’assalto dei ribelli a Bangui nel 2020 e, da quel momento, la loro popolarità tra i centrafricani, sia le élite al potere che le popolazioni urbane, è letteralmente esplosa. Ma c’è l’altra faccia della medaglia, quella delle accuse circa le violazioni di diritti umani, delle stragi e dei saccheggi delle risorse naturali del Centrafrica, ben documentate in diversi report delle Nazioni Unite. Report che, di fatto, sono ancora oggi lettera morta perché non sono mai stati seguiti da alcuna azione internazionale da parte delle stesse Nazioni Unite.

 

Il cambiamento impresso da Wagner alla Repubblica Centrafricana è sostanziale e gli interessi economici nel Paese sono talmente strategici e importanti che dopo la morte di Prigozhin gli unici capi Wagner rimasti al loro posto sono Dimitri Syty, direttore del centro culturale russo a Bangui, e Vitaly Perfilev, consigliere della presidenza centrafricana per la sicurezza e capo del gruppo a Bangui. In città ormai tutti bevono la Ti L’Or, birra un po’ dozzinale venduta in bottiglie di plastica da 1 litro e prodotta dalla First Industrial company, azienda locale registrata a nome di Syty. Un altro prodotto della First Industrial è la Wa Na Wa, una vodka prodotta dalle patate locali e venduta in bustine di plastica. Negli ultimi anni la guerra commerciale degli alcolici per le forniture dei locali, dei ristoranti e di tutti i bar di Bangui ha visto due protagonisti assoluti, la First Industrial e la francese Castel: i primi di marzo 2023 un incendio provocato dal lancio di molotov ha devastato il birrificio Motte Cordonier Afrique, di Castel, alle porte di Bangui e un mese dopo il gruppo francese ha annunciato la resa ai russi e l’intenzione di vendere tutti i suoi stabilimenti in Africa (Gabon, Camerun, Togo, Congo, Costa d’Avorio e, appunto, Repubblica Centrafricana). Anche perchè, in Francia, proprio Castel si trova invischiata in un’indagine per aver finanziato crimini di guerra e contro l’umanità, pagando alcune milizie centrafricane per garantire la sicurezza di uno zuccherificio nella regione di Ouaka.

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All’aeroporto M’Poko di Bangui, Wagner gestisce una sezione propria per le importazioni e le esportazioni dei propri prodotti: il gruppo russo gestisce infatti una miniera d’oro, che secondo il Dipartimento del Tesoro americano vale 1 miliardo di dollari, e vanta una galassia di società piccole e medie che si occupano di estrazione, lavorazione e commercio di diamanti, anche nel mercato europeo. Il gruppo ha ottenuto anche, dal governo locale, concessioni per abbattere più di 1.800 chilometri quadrati di foresta, il cui legname (ritenuto pregiato) viene esportato in tutto il mondo. Dal palazzo di Bokassa, Wagner trasmette via radio, in francese e sango, contenuti di propaganda russa in tutto il Centrafrica: “Hanno trasformato la Repubblica Centrafricana in un laboratorio” ha detto al Washington Post Danielle Darlan, prima donna a capo della Corte Costituzionale centrafricana che ha cercato, inutilmente e finendo pensionata con la forza, di impedire a Touadera di correre per il terzo mandato, ritenuto incostituzionale.

 

L’influenza di Wagner in Centrafrica è un modello virtuoso per la politica russa e, in questo senso, Mosca non può permettersi di perdere questa influenza rinunciando al lavoro fatto fin qui dai Wagner.

Dalla Bielorussia all'Africa con furore

Le immagini della base militare di Tsel nella regione di Mogilev, scattate il 25 luglio, 25 agosto e 9 settembre e diffuse dalla società di imaging terrestre Planet Labs, sembrano mostrare il graduale smantellamento delle tende in quello che è considerato il nuovo quartier generale del gruppo Wagner in Bielorussia, dove la società si è trasferita in seguito al ammutinamento del 23 giugno 2023.

 

La base bielorussa ospitava 5.000 truppe Wagner che, secondo i vari gruppi Telegram di propaganda della Wagner, sarebbero in parte andati “in vacanza in Russia” e in parte si sarebbero trasferiti “in Africa”, in particolare proprio in Repubblica Centrafricana e in Mali.

 

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