Ha chiuso Omegle

Difficile non averlo mai sentito nominare: pochi giorni fa ha chiuso Omegle.

Se non avete idea di cosa stiamo parlando, Omegle era un sito web la cui particolarità era abbinare – casualmente o seguendo delle indicazioni o tag dati dagli stessi – due utilizzatori, che potevano chattare testualmente o tramite video.

Il sito veniva utilizzato per conoscere nuove persone, fare prank e contenuti per i social – basta dare un’occhiata alla ricerca Omegle funny su YouTube per rendersi conto della portata del fenomeno -, ma altrettanto, e come facilmente intuibile, veniva utilizzato anche per molestie e altre attività poco lecite.

È proprio queste che il fondatore, Leif K-Brools che al momento dell’apertura aveva solo diciotto anni, ha citato nel messaggio “di addio”, definendole la motivazione principale per cui non sarebbe stato più sostenibile “psicologicamente ed economicamente” mantenere attiva la piattaforma.

Per quanto lo staff abbia contribuito alle indagini e alla cattura di alcuni criminali, infatti, in 14 anni di attività non si è mai riusciti a bloccare del tutto gli abusi perpetrati utilizzando il servizio.

“Sinceramente? Non voglio rischiare un infarto prima dei 30 anni”, ha scritto Brooks.

Ha poi espresso delusione per come il panorama di internet sia cambiato, mettendo in evidenza come oggi la maggior parte delle piattaforme online affronti minacce simili, pur disponendo di risorse maggiori. Secondo lui, persino i grandi social e le app di messaggistica, nonostante i mezzi, potrebbero prima o poi non reggere l’impatto di tali problemi.

Brooks ha infine concluso con una riflessione amara sul futuro, dichiarando di temere che “l’internet che ho amato possa scomparire, “lasciando spazio a una versione “potenziata della TV”, orientata principalmente verso il consumo passivo, con meno spazio per l’interazione e la connessione tra individui.