La settimana lavorativa corta è una possibile risposta alla disparità di genere?

TAG:

Si parla molto di settimana lavorativa di quattro giorni, a parità di orario. Secondo diversi studi una settimana lavorativa corta migliorerebbe, nel breve e nel lungo periodo, salute e produttività dei dipendenti: gli esperimenti condotti in diversi paesi (Nuova Zelanda, Regno Unito, Islanda per citarne alcuni), hanno avuto ottimi risultati. Ma quelli individuali non sono gli unici vantaggi della “settimana corta”: ci si chiede, infatti, se questa rivoluzione dell’orario di lavoro non possa essere anche uno stimolo per favorire l’uguaglianza di genere sul posto di lavoro.

A parlarne è Zemorda Khelifi, vicepresidente della città metropolitana francese di Lione, i cui dipendenti pubblici, a partire da settembre, potranno aderire volontariamente alla settimana lavorativa di quattro giorni. Khelifi è anche membro del partito ecologista Europe Ecologie les Verts.

La vicepresidente Khelifi spiega che nella municipalità di Lione l’80% del personale impiegato a part-time è composta da donne, la cui scelta spesso è dettata dal volere, o dovere qualora non possano permettersi nido, babysitter o non possano contare sull’aiuto dei nonni, passare più tempo con i figli. È in questa fase che si fa più evidente il cosiddetto gender pay gap: passare ad una settimana lavorativa breve consentirebbe loro di lavorare a tempo pieno, e stipendio pieno, ma con tre giorni di pausa. Sta ai singoli, e soprattutto alle singole, valutare pro e contro in relazione alla propria situazione personale.

Chiaramente, aggiunge Khelifi, si tratta di un esperimento su base volontaria dettato dalla prospettiva di rendere più attraenti i posti di lavoro nel settore pubblico. Sebbene le prospettive siano incoraggianti, non è possibile prevederne gli effetti sin da ora: ne riparliamo tra sei mesi.

28 giugno 2023

Francesca Menta
Francesca Menta
2 anni fa

News Flow

Ultimo aggiornamento 18 giorni fa
  • Alberto Puliafito
    Alberto Puliafito
    25 giorni fa
    Ottavia Piana e i soccorsi

    Ottavia Piana è una speleologa. Siccome, mappando il sottosuolo nell’ambito di un lungo progetto, è rimasta bloccata in una grotta per la seconda volta, lo sport principale dei commentatori da divano è diventato criticare l’opportunità che il soccorso a Piana sia “a carico dei contribuenti” (e ovviamente anche le sue competenze, le sue motivazioni e […]

  • Le ferite dello Stato di diritto europeo

    La cantante maliana Rokia Traoré, arrestata il 20 giugno all’aeroporto di Fiumicino e da allora detenuta nel carcere di Civitavecchia, sarà estradata in Belgio. Lo ha deciso martedì sera la Corte di Cassazione, presso la quale si è svolta un’udienza in cui è stata discussa la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla legale dell’artista. La […]

Leggi tutte le News Flow
Slow News, via email
Lasciaci il tuo indirizzo e ricevi gratuitamente solo le parti di Slow News che ti interessano: