
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
Risulta sempre più evidente una linea comune dei media quando si parla di lavoro.
I giovani, secondo questa linea, hanno un sacco di pretese: sono sfaticati e preferiscono avere il finesettimana libero e ricevere il reddito di cittadinanza ad un lavoro onesto e ben pagato.
Di contro, spesso vengono glorificate delle storie (vere, false o presunte che siano) il cui fulcro è il sacrificio estremo in nome della performance lavorativa.
Ma non si tratta solo di giornalismo.
Quella del lavoro come unico obiettivo, o direttamente unica vita, sembra essere un’idea ben più radicata nella mente di molte persone: basti notare le levate di scudi generali quando si parla di provvedimenti come il reddito di base universale e simili.
Quando è iniziato tutto questo? Quand’è che, come società, abbiamo iniziato a dare alla carriera un peso tale da oscurare quasi tutti gli altri aspetti dell’esistenza?
Per approfondire, Andrea Colamedici e Maura Gancitano hanno pubblicato un’analisi in merito su L’Indiscreto.
31 marzo 2023
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
Ritrae mille mila bici che percorrono libere e sicure uno spazio che di solito è pericoloso e proibito a chi non è in automobile ed è una cosa che dovremmo rifare dovunque.
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