La cosa che resta di oggi è un articolo apparso sul Tascabile all’inizio del mese di dicembre, l’ha scritto Gianmarco Gronchi e si intitola La violenza e noi.
È un lungo percorso che parte da un video sugli scontri violenti in Nepal che hanno insanguinato le strade del paese, ma anche portato, in poche ore, al crollo del governo, prosegue parlando di Gaza, di Mangione, dell’omicidio Kirk, ed è un ragionamento su come la violenza sia oggi mostrata, interpretata, ma anche usata nella politica e nei media contemporanei, da tutti gli attori, sia pubblici che privati.
In un mondo in cui le élite, in modo totalmente trasversale, esercitano quotidianamente forme di violenza legittimata dal sistema — dalla repressione poliziesca del dissenso a quella che colpisce le persone che si spostano e i migranti, fino all’annientamento sistematico della popolazione palestinese — mentre nello stesso momento ogni violenza “dal basso” viene automaticamente delegittimata e utilizzata da una parte della politica e dei media per screditare l’integrità del movimento, ragionare su un tema del genere è sempre più fondamentale, anche per riuscire a capire se possa esistere una violenza in qualche modo “generativa”.
Si può leggere da qui.