
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
Ieri, davanti all’ambasciata italiana a Tunisi, capitale della Tunisia, si è tenuta una manifestazione di qualche centinaio di giovani studenti tunisini. Avevano fatto tutti domanda per un visto Schengen per motivi di studio e a tutti è stato rifiutato, come al solito senza spiegazioni, senza trasparenza, senza ragione apparente. Questo recitavano alcuni dei loro cartelli, in italiano e arabo:
“Da quando l’età è diventata un ostacolo per lo studio? Su quale base siamo stati rifiutati? Non ci avete mai specificato i criteri di rifiuto! Un test di lingua che diventa un test senza identità!”
“Non è vostro diritto interferire nella scelta della specializzazione accademica che dovremo perseguire. È nostro diritto determinare il nostro stesso destino accademico!”
“È vostro dovere concederci il tempo sufficiente durante l’esame! Trenta secondi non sono sufficienti per valutarci! Il nostro futuro non è un gioco nelle vostre mani!”
“No agli abusi verbali! No all’umiliazione e allo scherno! La nostra dignità è una linea rossa!”
Presidio dei studenti tunisini davanti l'ambasciata italiana a Tunisi dopo il rifiuto massiccio dell'autorità consolare dei visti di ingressi per motivi di studio in #Italia. pic.twitter.com/LTo4AhMvO9
— Majdi karbai مجدي الكرباعي (@karbai) December 4, 2023
La richiesta dei manifestanti era semplice: trasparenza nell’iter decisionale e diritto alla mobilità.
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
Ritrae mille mila bici che percorrono libere e sicure uno spazio che di solito è pericoloso e proibito a chi non è in automobile ed è una cosa che dovremmo rifare dovunque.
La cosa che vogliamo che resti di oggi, venerdì 3 ottobre 2025, è un testo effimero che tra meno di 24 ore sparirà, scritto dal cantante torinese Andrea Lazslo De Simone
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