
Per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne abbiamo scelto un fumetto che parla di quelle che sopravvivono, e di chi le aiuta, facendo un lavoro prezioso e troppo spesso ignorato dai media
Si parla molto di intelligenze artificiali: come cambieranno il lavoro dei giornalisti – e non solo -, quali opportunità lavorative portano con sé.
Ma, in effetti, si parla poco o pochissimo di chi ci sta dietro. Non gli ideatori, ma tutti quei lavoratori che si occupano della parte più “umile” (passateci il termine), e che spesso vengono pagati poco, sfruttati, e non ricevono supporto adeguato.
Time riporta come Sama abbia sfruttato i lavoratori kenioti impiegandoli nel data labelling* per OpenAI, e più precisamente per “addestrare” ChatGPT a fornire risultati quanto meno tossici possibile.
Gli impiegati sono stati pagati tra l’1.35 e i 2 dollari l’ora, venendo peraltro spesso in contatto con contenuti particolarmente cruenti o disturbanti, senza avere a disposizione alcun tipo di sostegno psicologico.
La natura di tale lavoro avrebbe portato Sama a interrompere il contratto con OpenAI otto mesi prima del previsto, nel febbraio 2022. La cancellazione dei contratti ha avuto un impatto significativo sui lavoratori, molti dei quali sono stati trasferiti a mansioni meno remunerative o hanno perso il lavoro.
Nonostante Sama si promuova come un’azienda di “AI etica”, la paga dei lavoratori era molto inferiore ai $12.50 l’ora pagati “normalmente” da OpenAI per progetti analoghi.
Sama, da parte sua, ha dichiarato che parte del lavoro commissionato da OpenAI includeva in larga parte contenuti potenzialmente illegali, un fatto che ha contribuito alla fine della collaborazione.
Non è la prima volta che accade qualcosa di simile: lo sfruttamento in alcuni settori tech è infatti all’ordine del giorno, soprattutto per tutti quei lavori più “meccanici” che non richiedono competenze specifiche.
È quello che viene definito segreto di Pulcinella: i sistemi di IA odierni dipendono da milioni di lavoratori sottopagati, e largamente impegnati in mansioni ripetitive. Tali lavoratori vengono spesso reclutati in comunità povere o emarginate, e operano in condizioni di lavoro stressanti, senza adeguate tutele e spesso tenuti sotto stretto controllo.
*Data labelling: processo di identificazione dei dati grezzi in modo da attribuire un significato a diversi tipi di dati al fine di addestrare un modello di apprendimento automatico.
24 gennaio 2023


Per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne abbiamo scelto un fumetto che parla di quelle che sopravvivono, e di chi le aiuta, facendo un lavoro prezioso e troppo spesso ignorato dai media

Oggi si chiudono le elezioni regionali in Puglia, Basilicata e Veneto, per le quali cui sono stati chiamati a votare circa 13 milioni di aventi diritto, ma alla fine rischia di andarci veramente meno di una persona su due. In una giornata come questa, la scelta di un libretto simile vuole sottolineare un fatto che […]

La cosa che resta di oggi è una conferenza del 2015, tenuta dall’antropologo americano David Graeber per la Royal Society of Arts di Londra, la RSA e che aveva come obiettivo raccontare l’epoca di “burocratizzazione totale” in cui viviamo. Per Graber la burocrazia è stata una tematica importante, di cui si è occupato spesso e […]

Un podcast settimanale per approfondire una cosa alla volta, con il tempo che ci vuole e senza data di scadenza.

È dedicata all’ADHD e alle neurodivergenze. Nasce dall’esperienza personale di Anna Castiglioni, esce ogni venerdì e ci trovi articoli, studi, approfondimenti, consigli pratici di esperte e esperti.

La cura Alberto Puliafito, è dedicata al giornalismo e alla comunicazione, esce ogni sabato e ci trovi analisi dei media, bandi, premi, formazione, corsi, offerte di lavoro selezionate, risorse e tanti strumenti.

La newsletter della domenica di Slow News. Contiene consigli di lettura, visione e ascolto che parlano dell’attualità ma che durano nel tempo.